Tre buone notizie e un paio di rebus. Ma adesso la Juve torna a unidea di vie en rose. E tanto basta alla vigilia di unaltra partita che indirizza una stagione e conseguenti grattacapi.
La prima notizia è la migliore: battere lInter in Italia non è da tutti. Soprattutto dopo essere stati schienati da Cagliari e Bordeaux. La seconda: il Bayern arriva a Torino sapendo di non poter mandare in campo Ribery, che da solo vale un terzo del suo potenziale. Niente male per una sfida da roulette russa.
La terza, più che una notizia è una conferma: Marchisio sembra davvero un tardellino, anche nel modo di far gol. «Ha proprio la faccia del centrocampista di qualità: ha trovato personalità, possiede senso del gol, spunto che brucia, sa andare dovunque. Mi piace molto», garantisce Sandro Mazzola, che è stato il fuoriclasse di certi giocatori dallo spunto bruciante. «Quando mi sono rivisto in tv mi è venuto da ridere. Del Piero mi ha urlato: ma che gol hai fatto?», ha raccontato linteressato, rimasto un poco stralunato, juventino doc, come i genitori, nonostante una vena torinista in famiglia. Marchisio è quello del nulla è impossibile. Se nè fatto un tatuaggio sul braccio, scritto in inglese, dallidea di una pubblicità di successo. La filosofia funziona. La Juve si adegui.
Ma qui comincia il rompicapo. Basta battere lInter per sentirsi di nuovo grande squadra? «Bisogna trovare la continuità, siamo noi gli arbitri del nostro futuro. Con lInter contava solo vincere per venir fuori da un momento difficile e dimostrare qualcosa», ha suggerito Del Piero. Tutto vero. Ma da che parte cominciare? Dal solito equivoco che coinvolge il capitano. Serve mandare qualcuno in panchina per lasciargli il posto o sarebbe più logico il contrario? La razionalità punta sulla seconda ipotesi. I tifosi stanno sullaltra sponda. Allenatore e squadra in mezzo.
Meglio partire dai punti fermi: la formula cè. Non proprio formula da formula uno, ma Ferrara non si scosta quasi mai dal suo rombo, dai suoi rambo, da un attaccante davanti a tre violinisti. I punti fermi sono tre-quattro: Buffon, nonostante qualche disorientamento e un po di nervosismo recente, ercolino sempre in piedi Chiellini, tarzan Sissoko, gazzosino Marchisio. Contro lInter, Camoranesi è rimasto in panchina, un bel lusso. Di certo domani giocherà contro il Bayern. E, magari, ricomparirà anche Trezeguet al posto di Amauri: servono gol, non maratoneti.
Ma detto tutto questo: che farsene di Diego e Del Piero? Sì, proprio loro il marchio di qualità. Uno è di troppo. Pochi avrebbero pensato, a questo punto della stagione, di porsi tal dubbio. Eppure... Due acquisti da 50 milioni sono altamente deficitari. Felipe Melo continua a proporsi come palo della luce, più che come luce del centrocampo. E Diego comincia a non capirci più nulla. Poveretto! Gli dicono: gioca più avanti. Ma lui, ovviamente, si domanderà: poi chi mi passa la palla, visto che non ce nè uno in grado? Da questa commedia (mica tanto) degli equivoci (sicuro) potrebbe nascere il futuro della Juve.
Il brasiliano è più affidabile vicino ad una punta, ovvero seconda punta che poi è quello che piace fare a del Piero. In alternativa, dovrebbe giocare alla Totti. Ovvero partendo da dietro, scortato da due compagni che sappiano sfruttare i suoi passaggi e abbiano voglia di correre anche a vuoto. Insomma fra questi non cè lidentikit del capitano. La Juve di Del Piero, invece, vorrebbe un bel regista che oggi non cè. Lideale era DAgostino, ma poi gli hanno preferito Melo. A quel punto non ci sarebbe posto per i ghiribizzi di Diego. Almeno non sempre. E Diego ha già fatto intendere con belle parole («Ferrara pensi alle soluzioni») che qualcosa non va. Se la Juve troverà unidea di buon profilo, il futuro sarà meno impervio.
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