Milano - E dai che è una bella idea. La prossima edizione di Amici, al via tra la fine settembre e l’inizio di ottobre su Canale 5, partirà con una novità che, come spesso accade a questo show, scandirà i nuovi temi della tv: tra le varie discipline di studio entrerà anche la lirica. Già. Insomma, tenori, baritoni, soprano e mezzosoprano potranno giocarsi la vittoria finale dopo aver seguito i mesi di lezioni (nove ore al giorno, mica una passeggiata) ed essersi confrontati tra loro e con i professori in un complicato e formativo gioco di equilibri che è identico a quello della scuola vecchio stile: studio, disciplina, obiettivi e pure sana e robusta competizione. «Trascorro con i ragazzi - dice Maria De Filippi - la maggior parte del mio tempo. Li abituo alla disciplina, li spingo alla verità fin dall’inizio. E ogni anno non è mai stato uguale al precedente». D’altronde i risultati si vedono, e non sono soltanto commerciali. Va bene, Stupida, il cd di Alessandra Amoroso, vincitrice del 2009, ha conquistato due dischi di platino, quello di Valerio Scanu ne ha portato a casa uno e pure Luca Napolitano quatto quatto sta ricevendo risultati di vendita e di popolarità che ormai neanche tante star con il doppio dei suoi anni. Idem il cd Scialla, un successone. E il tour di Amici, che fino a venerdì scorso ha raccolto in tante piazze italiane decine di migliaia di persone, è un clamoroso successo che stupisce persino gli organizzatori. Però quello di Amici è soprattutto un modello che grazie a questo show è finalmente tornato di moda e si basa su di una parola semplice ma decisiva: il talento. È l’unica discriminante imprevedibile: se ce l’hai, e ci aggiungi impegno, puoi raggiungere il successo, e soprattutto conservarlo. Altrimenti ti aspetta la formula Andy Warhol: un quarto d’ora di celebrità se va bene. Sembra strano, ma molto spesso fa comodo dimenticare questa vecchissima formuletta che giocoforza è sempre stata il motore dell’arte. Poi, d’accordo, c’è la lente della televisione, che ormai è una parte fondamentale della comunicazione. Ma la sostanza non cambia. E così ci vogliono grandi docenti. In campo musicale arriveranno anche il bravissimo ed estroverso Charlie Rapino e Loretta Martinez, un’insegnante di canto diplomata a Boston di cui si sente da anni parlare benissimo. Saranno loro, insieme ai già collaudati Beppe Vessicchio, Luca Jurman, Grazia di Michele e Gabriella Scalise a guidare passo dopo passo i ragazzi in quel percorso che è poi decisivo: far affiorare il talento, quando c’è, e dargli quegli anticorpi caratteriali che gli consentano di resistere nel tempo e fare i conti con l’approvazione o la disapprovazione del pubblico.
Anche il ballo, che ad Amici negli anni ha aiutato talenti come Alice Bellagamba e Anbeta Toromani a mettersi in luce, quest’anno avrà delle novità. La prima è nel corpo docente perché ad Alessandra Celentano, Garrison Rochelle, Steve La Chance e Maura Paparo si aggiungono Hans Camille Vancol e Giuseppe Carbone. Ma c’è di più. I ballerini di Amici quest’anno si giocano tre «borse di lavoro» che sono, in sostanza, tre veri contratti di un anno con una meraviglia per qualsiasi danzatore: il Teatro San Carlo di Napoli, il Boston Ballet e la Compagnia di Danza Josè Limon di New York. Insomma, una autentica scuola.
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