«I parlamentari tirchi si devono vergognare»

Parla la vedova di una delle vittime del rogo alla ThyssenKrupp di Torino

«I parlamentari tirchi si devono vergognare»

da Torino

Dopo il rogo maledetto del 6 dicembre, erano stati chiamati a partecipare a una sottoscrizione di aiuto alle famiglie delle vittime della ThyssenKrupp di Torino. Alla vigilia di Natale si è scoperto che loro, i 630 parlamentari della Camera dei deputati, avevano versato in tutto 1.300 euro. Poco, troppo poco. Una cifra irrisoria, che avrebbe attirato le critiche feroci dell’opinione pubblica. Quella cifra è poi lievitata, fino a raggiungere 6.000 euro. Vale a dire, 9 euro a testa. «È una vergogna», è stato il primo duro commento di Sabina Laurino, la vedova di Angelo Laurino, uno dei sette operai che hanno perso la vita nella terribile esplosione che ha devastato la linea 5 dello stabilimento di corso Regina Margherita.
Signora Laurino, dai 630 parlamentari della Camera dei deputati soltanto 9 euro a testa.
«Dovrebbero vergognarsi, quei 9 euro a testa rappresentano una cifra ridicola. Quando ho letto la notizia, non riuscivo a credere che fosse andata davvero così».
Eppure, è la verità. Anzi, inizialmente la cifra era ancora più bassa.
«Allora viene proprio voglia di dire che è una doppia vergogna. E lo è anche perché quei signori, che rappresentano il nostro Paese, continuano ad aumentarsi lo stipendio. Come se non fosse già abbastanza esagerato quello che percepiscono adesso».
Ha avuto modo di raccogliere le sensazioni dei familiari dei colleghi di suo marito?
«Sì, e anche loro sono rimasti senza parole. Increduli, esterrefatti. Quello che i politici non hanno ancora capito, probabilmente, è che le nostre erano tutte famiglie monoreddito che hanno avuto la sventura di perdere l’unica fonte di reddito».
Uno sforzo in più, quindi, poteva essere fatto?
«Guardi, lasciamo perdere. Le dico soltanto che ho ricevuto solidarietà e grossi aiuti anche da persone che non conoscevo, che non avevo mai visto né sentito prima della tragedia che ha portato via il mio povero Angelo. La sensibilità della gente comune è qualcosa di meraviglioso, straordinario».
Dalle sue parole emerge quasi la sensazione che questi aiuti, forse, non se li aspettasse.
«A dire la verità, no. Devo dire grazie a queste persone, soprattutto ai tanti che hanno deciso di dare una mano ai miei bambini. Sì, tanta gente ha pensato soprattutto a loro, si è preoccupata di rendere meno traumatico il distacco dal loro papà».
Torniamo ai politici. I 9.000 euro raccolti dai deputati sono diventati nel frattempo 12.500 grazie all’intervento dei gruppi parlamentari.
«Per me non cambia nulla, tutta questa storia resta comunque vergognosa. Continuo a pensare alle cifre che guadagnano quei signori e la parola che mi viene in mente è sempre la stessa: vergogna.

In ogni caso, ai politici italiani vorrei dire una cosa, un’ultima cosa: mio marito, purtroppo, non me lo restituirà più nessuno. Non c’è e non ci sarà colletta che potrà mai addolcire il mio dolore e quello dei miei figli».

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