Cultura e Spettacoli

I re dell’horror invadono Torino Omaggi a Walter Hill e Chabrol

Argento e Dante alla kermesse in calendario dall’11 al 19

Pedro Armocida

da Roma

Ormai completamente sganciatosi dalla dicitura «cinema giovani» con cui era nato, il Torino Film Festival giunge all’edizione numero 23 (Torino, 11-19 novembre) sempre più maturo, ma con lo sguardo rivolto comunque al pubblico più giovane e di tendenza. Così i direttori del Festival, Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto, hanno programmato un ventaglio di proposte molto ampio, i titoli sono circa 260, per soddisfare qualsiasi palato. Ecco allora la sezione Americana, quella in qualche modo più commerciale, con la serie tv dei Masters of horror, un’antologia di tredici film di un’ora ciascuno diretti proprio dai maestri del genere (Dario Argento, John Carpenter, Joe Dante, Mick Garris, Tobe Hooper, John Landis).
E poi, restando in tema di cinema statunitense, la retrospettiva completa dell’opera di Walter Hill, che sarà presente al Festival e porterà sia la sua versione definitiva (il cosiddetto Director’s cut) de I guerrieri della notte, sia qualche sequenza del nuovo western che sta girando proprio in questi giorni in Canada con Robert Duvall.
Ma siccome Torino significa anche ricerca e sperimentazione ecco il focus sul cinema filippino con due omaggi ad autori emblematici di quel paese, il giovane cineasta Lav Diaz e il maestro Lino Brocka. Monumentale poi la retrospettiva completa di Claude Chabrol che, contando più di settanta film, è stata giocoforza divisa in due puntate, in questa edizione verrà dato spazio alle opere dal 1957 al 1982. Molto nutrito anche il concorso internazionale con quattrordici lungometraggi, in buona parte europei, tra cui si segnalano due opere prime italiane in digitale: El barrilete di Alessandro Angelini e Fiaba nera di Alberto Momo.
Come sempre interessante la sezione dedicata ai documentari nostrani con gli ultimi lavori di Corso Salani, Daniele Gaglianone e Elisabetta Sgarbi.

Aprirà il Festival Isabella Rossellini che ha realizzato, col regista canadese Guy Maddin, un cortometraggio su suo padre dal significativo titolo My dad is 100 years old (Mio padre ha cent’anni).

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