E, soprattutto, insieme al suo collega di Montecitorio, Fausto Bertinotti, non ha fatto mancare il suo appoggio a quel timido tentativo di morigerare i costi della politica approvato dai due Uffici di presidenza lo scorso luglio. Il risultato principale che interesserà Palazzo Madama? Dal primo gennaio 2008 saranno aboliti i rimborsi di 3.100 euro all’anno spettanti a ogni senatore per i viaggi di studio all’estero. Una goccia che si perde nel mare degli oltre 582 milioni di euro di spese previste dal Senato quest’anno, il 2,77% in più del 2006. Il tasso di incremento meno elevato degli ultimi sei anni (ma rispetto al 2001 la crescita è stata del 38,3%, ndr) e pur sempre superiore a quello dell’inflazione o del pil.
Indennità. Tra le previsioni assestate del 2006 e le stime per l’anno in corso si registra un aumento del 4,34% delle indennità corrisposte ai senatori a 50,94 milioni. Come per i deputati anche in questo caso la maggiorazione dello stipendio è legato agli andamenti retributivi della magistratura. Il calo del 3,03% dei rimborsi vari è invece dovuto non a una stretta sulle spese ma alla diminuzione da 2,8 a 1,8 milioni dell’indennità sostitutiva che veniva corrisposta ai senatori privi di ufficio. La fame di spazio è stata in qualche modo placata. In crescita anche le spese per le retribuzioni del personale dipendente (+3,58% a 138 milioni) per via di adeguamenti inflazionistici e ricompense per la produttività (sic!).
Segretari particolari. È andata molto bene anche ai non dipendenti (+9,3% a 20,3 milioni): il personale delle segreterie particolari ha portato a casa 12,4 milioni, il 14,3% in più dell’anno precedente. Tali fondi, se non utilizzati, restano nelle disponibilità dei senatori titolari di cariche istituzionali.
Pensioni. Sono lievitati del 3,31% anche i vitalizi per gli ex senatori a 77,5 milioni di euro, ma solo perché con il cambio di legislatura sono aumentati i beneficiari. L’adeguamento è stato stoppato dal «blocco» imposto da Tremonti nel 2005. Per quanto riguarda gli altri trattamenti pensionistici, sono costati altri 77,5 milioni, un balzo del 10,2% dovuto a 35 nuovi collocamenti a riposo che costano 4 milioni.
Spese varie. Le spese di trasporto di senatori ed ex non sono dettagliatissime. Il loro ammontare è di 8,3 milioni, in leggero aumento rispetto al 2006. A Palazzo Madama onorevoli e dipendenti dedicano al palato circa 2,8 milioni (+3,3%) e l’acquisto di posate e stoviglie costa 50mila euro. Per i contratti di locazione degli immobili si spendono 4,6 milioni (+4,66%) e c’è uno stanziamento di 240mila euro per «esigenze urgenti» di nuovi spazi in affitto.
Il balzo del 40% delle spese per studi e ricerche a 2,8 milioni è stato invece causato dall’adeguamento alle previsioni delle Finanziaria 2007 per il monitoraggio della finanza pubblica (600mila euro). Sull’incremento delle spese in conto capitale hanno inciso le manutenzioni straordinarie (+14% a 17 milioni), ma non va trascurato l’aumento del fondo per spese impreviste a 3,3 milioni (+292%). I partiti. «Io non conosco democrazie che possano fare a meno dei partiti e dei Parlamenti», ha sottolineato Marini nella sua orazione pro-Mastella. E di sicuro il Senato con loro non è avaro. Ai 39,3 milioni (+2,2%) di trasferimenti ai gruppi si aggiungono 50,1 milioni (+1,5%) di rimborsi elettorali. E 90 milioni non sono certamente pochi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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