I «Tories» britannici si rinnovano: un giovane leader scuote il partito

Erica Orsini

da Londra

È David Cameron il volto nuovo del partito conservatore britannico. Per tentare di ritrovare la popolarità perduta i tories hanno deciso di puntare tutto sul cavallo più giovane e ieri hanno scelto come leader Cameron, 39 anni, preferendolo al rivale David Davis, 56 anni, portavoce degli affari interni con una lunga esperienza politica alle spalle. La vittoria di Cameron non lascia spazio a dubbi: 134.446 voti contro i 64.398. Il risultato era nell’aria da qualche tempo, sebbene all’inizio sembrasse essere proprio Davis il favorito, il perfetto sostituto di Michael Howard, 64 anni, il leader uscente che aveva annunciato il suo ritiro subito dopo la sconfitta alle ultime elezioni politiche.
Howard aveva immediatamente dichiarato di non voler guidare il partito nella prossima campagna elettorale. «Sarò troppo vecchio», aveva detto lasciando intuire che i Tories avevano bisogno soprattutto di linfa nuova per essere realmente concorrenziali. La candidatura di Davis si profilava più nel segno della continuità che in quello del rinnovamento. Ma poi era arrivato il giovane Cameron e la corsa per la leadership aveva preso una piega inattesa. Nato nel 1966 a Londra da una famiglia benestante, ha trascorso un’infanzia tranquilla e agiata nella campagna del Berkshire, vicino a Newbury. Prima di laurearsi all’università di Oxford, ha frequentato il college di Eton, lo stesso del principe Carlo e dei figli dell’erede al trono. Nessuno dei suoi ex compagni di scuola notò all’epoca un qualche interesse di David per la politica. Il periodo universitario ha rischiato di essere la buccia di banana di tutta la sua campagna elettorale, ma Cameron è riuscito a evitare lo scivolone che poteva bruciargli la carriera. A Oxford, David non ha mai voluto occuparsi di politica perché - come hanno raccontato amici - preferiva spassarsela e basta. Cameron ha sempre rifiutato di parlare di quei tempi, archiviando con un «no comment» l’ipotesi di un suo uso di droga durante il periodo universitario.
Evitando di raccontare agli elettori una menzogna , Cameron ha superato l’ostacolo facendo capire che non avrebbe parlato in un pubblico di una faccenda privata.
Le sue maniere franche e aperte, il sorriso da spot pubblicitario, la passione per la mountain bike e l’esperienza fatta nel campo delle pubbliche relazioni prima come consulente dell’allora segretario agli Interni Howard e poi nell’emittente televisiva Itv hanno fatto il resto. A dispetto delle sue amicizie altolocate e perfino di una presunta lontana parentela con la regina, Cameron è riuscito a presentarsi come «un uomo del popolo» che preferisce la birra allo champagne e il rock alla musica classica.


Il suo programma politico è ambizioso: vuole cambiare radicalmente l’organizzazione del partito, lanciare una politica economica che vada ben al di là della semplice politica fiscale; aumentare la sicurezza interna e nazionale; migliorare il sistema sociale rafforzando il volontariato. Dei laburisti del premier Tony Blair ha detto: «È gente di ieri con idee di ieri». Oggi lo attende il suo primo confronto con Blair in Parlamento durante il «question time».

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