I tre omissis dei vescovi e una proposta

Condivido l'appello dei vescovi alla sobrie­t­à e all'aria pulita. Aggiungo solo tre corol­lari omessi e una riflessione sul futuro. Uno, magari il degrado denunciato dai vescovi si po­tesse circoscrivere a una persona, fosse pure il premier, e a una fase, i nostri giorni

I tre omissis dei vescovi e una proposta

Condivido l'appello dei vescovi alla sobrie­t­à e all'aria pulita. Aggiungo solo tre corol­lari omessi e una riflessione sul futuro. Uno, magari il degrado denunciato dai vescovi si po­tesse circoscrivere a una persona, fosse pure il premier, e a una fase, i nostri giorni. Purtroppo il degrado è più radicale, più diffuso, più stagio­nato. Due, ma l'uso pubblico della vita privata, la pubblicazione amplificata di deplorevoli ri­svolti dell'intimità e infine l'incitazione all' odio, non hanno gravi corresponsabilità nel degrado morale e civile del Paese?

Tre, ma chi dovrebbe«purificare l'aria»,la sinistra di Pena­ti e Vendola, i comitati d'affari che si vedono all' orizzonte, i tifosi di Zapatero, dell'aborto e del­le unioni gay? Lo dico dal vostro punto di vista. Senza togliere una virgola alla denuncia, sareb­be stato più onesto e veritiero aggiungere an­che questi tre aspetti. La riflessione, invece, ci sposta sull'agire po­litico. Con l'estrema unzione dei vescovi, si è completato il pronunciamento delle vecchie zie, o «poteri forti», compatti contro il governo Berlusconi. È già accaduto in passato.

Ma ha senso spostare la partita politica sul terreno personale, in difesa del privato? Ha senso gio­care la partita soli contro il resto del mondo, non avendo più il vasto consenso popolare e con il fiato di Bossi sul collo? Lasciate che io dis­senta e dica: meglio annunciare che a fine legi­slatura si chiude un ciclo, puntare a concluder­lo degnamente per il bene dell'Italia, e poi ri­partire dalla politica. Cioè da zero.

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