I vaffa di Wan? Un gesto d’amore

Oooh! Sì, sì, sì. Tre puntazzi in cascina. Ma niente illusioni. No. No. Non ci voglio nemmeno pensare. Il rigore di Natali? C’era? Ecchissene. Tu chiamale, se vuoi, compensazioni. E siamo ancora in discreto credito. È presto per sentirsi al sicuro. Però, però. Mangiare terreno a Bologna, Chievo, Lecce e Reggina «ma anche» - veltronianamente - al Siena, che non è del tutto fuori dalla mischia, e chi l’avrebbe detto. Non ci sto dentro ma non voglio darlo a vedere. I punti che servono sono 17 almeno, e io le tabelle salvezza le ho fatte (e non portano sfiga, anzi me le giocherò). Ma non le dico. Volete un aiutino? Quattro vittorie e cinque pareggi. Si può fare. Oh, yeah. Faccio ammenda su Walter Alfredo Novellino, imbattuto da sei giornate sei, che ha avuto soprattutto il merito di aver prestato la «sua» guancia alla gragnuola di pallottole di carta stampata sparate contro qualche giocatore (anche dal sottoscritto), di aver tenuto la testa dei giocatori bella sgombra, di aver cancellato una sfilza di X sul campo e fuori a colpi di granatismo, di aver restituito alla squadra il suo Dna. Ed era questo il compito forse più difficile. La nostra rivincita, e la nostra salvezza, sarebbe tutta sua e gliene debbo dare atto.

Il suo vaffa agli spalti? È il tipico scazzo d’amore non ricambiato. E me lo prendo pure io. Anche se i destinatari sarebbero altri, specie qualche esemplare della mia razza. Che si è forse dimenticato come si ama questo Toro. O, peggio ancora, si è stancato e non vuole ammetterlo.

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