(...) del giorno voluto dalla maggioranza, quindi la democrazia e la libertà di pensiero sono ufficialmente garantite. Non ci sono possibilità che qualcuno riporti indietro il calendario agli anni delle vendette sommarie e dellodio politico che era legittimato a sfociare in condanne a morte.
Se poi arrivano lettere come quella recapitata nei giorni scorsi a Gianni Plinio, possono sempre essere liquidate come «ingenuità». Il messaggio è inquietante, tanto più che è stato spedito proprio il giorno successivo alla franca battaglia combattuta in consiglio regionale. Con le armi della dialettica, fortunatamente mai sbianchettate. Il confronto politico sui manifesti taroccati è stato duro. Gianni Plinio ha provato a guidare limpaurita coorte dellopposizione e ha persino rifiutato un voto favorevole allordine del giorno strumentalmente proposto dalla maggioranza sui «valori» del 25 aprile e della Costituzione italiana.
Non è stato lunico, a usare parole pesanti. Certo peggio di lui ha fatto il governatore Claudio Burlando, che ha paragonato i caduti della Repubblica sociale ai brigatisti rossi. Ma a Burlando lettere minatorie non ne sono arrivate. Lui non ha trovato lomino impiccato nella posta del giorno. Lui non ha avuto loccasione di rileggere la copia di un vecchio articolo del Secolo XIX nel quale si esalta la fucilazione di tre fascisti a Quezzi, mentre al termine dello «spettacolo» dal pubblico si leva il grido di «Severino sei vendicato». Tutto ciò è stato riservato a Gianni Plinio, colpevole di aver difeso le proprie idee mentre a Genova, in Liguria e in Italia veniva festeggiato il trionfo di quei valori che dovrebbero garantire la libertà a tutti. Anche e soprattutto a quelli che hanno idee diverse.
«La lettera più che minatoria è emblematica - si limita a replicare Gianni Plinio, tuttaltro che preoccupato o intimorito - di come la madre degli imbecilli sia sempre incinta. Certo è che quando nelle sedi istituzionali si fanno dichiarazioni aberranti come quelle che comparano i caduti della Rsi ai brigatisti morti ammazzati, si trova sempre un qualche anonimo disturbato mentale che si sente in diritto di fare minacce di questo tipo».
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