Ibm, ecco il sistema integrato anche per le piccole aziende

Ibm cambia il mondo mainframe. E non lo fa con una nuova famiglia di server mainframe, ma realizzando una vera nuova architettura in grado di ottimizzare l’allocazione delle risorse It. Il nuovo Ibm zEnterprise, disponibile dal mese di settembre, è infatti un’architettura di sistemi nella quale i carichi di lavoro su mainframe, sistemi Power7 e x86 possono condividere risorse ed essere gestiti come un unico sistema virtualizzato. «Abbiamo compiuto un passo importante nell’informatica, perché siamo riusciti a creare un sistema integrato virtualizzato di applicazioni e ambienti eterogenei, ottimizzato e facilmente gestibile - spiega Marco Utili, responsabile del mainframe di Ibm Italia -; con questa nuova infrastruttura si può estendere la qualità del servizio mainframe ad ambienti non tradizionalmente mainframe, come Unix e Linux. Questi mondi acquisiscono le caratteristiche dell’ambiente mainframe: scalabilità, resilienza, robustezza, virtualizzazione».
La nuova architettura di sistemi associa il nuovo mainframe zEnterprise con le nuove tecnologie Ibm zEnterprise BladeCenter Extension e Ibm zEnterprise Unified Resource Manager, per poter gestire i carichi di lavoro eseguiti tra System z, Power e System x. Dal punto di vista prestazionale, lo zEnterprise System è il più potente sistema Ibm mai realizzato.
Il core server, denominato zEnterprise 196, contiene 96 dei microprocessori più veloci e più potenti del mondo, che lavorano a 5,2 Ghz e sono in grado di eseguire più di 50 miliardi di istruzioni al secondo. Questa nuova architettura è il risultato di un investimento di oltre 1,5 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo da parte di Ibm, che in questi ultimi tre anni, ha collaborato con 200 dei suoi clienti più importanti sparsi nel mondo (anche italiani). «Da questo lavoro è emerso che è la gestione della complessità la priorità numero uno delle aziende - continua Utili -; oggi le aziende si trovano a lavorare in ambienti eterogenei, sempre più complessi, con conseguenti costi crescenti in termini di hardware, software e persone che devono gestire tale eterogeneità. E noi siamo riusciti, fermo restando l’ambiente esistente, a ottimizzare la gestione delle risorse, in base alle priorità attribuite alle applicazioni. Una delle intelligenze della nuova architettura sta nel far eseguire l’applicazione nella parte di sistema dove in quel momento è meglio che venga eseguita, in modo automatico e veloce. Tutto questo è il risultato del connubio di hardware e software avanzati, di livelli competenze e di investimenti unici sul mercato». Notoriamente le architetture mainframe sono adatte a realtà aziendale medio-grandi ma, in questo caso, l’alto grado di granularità della nuova infrastruttura permette anche alle piccole imprese di poter usufruire dei vantaggi del mainframe: «Il concetto alla base di zEnterprise è che le applicazioni esistenti possono essere usate meglio, quindi anche se sono quelle di una piccola azienda - dice Utili - basta che questa acquisti una struttura piccola con un ridotto numero di lame (blade) e via via, a secondo delle proprie necessità, aggiunga altre lame. Ora stiamo collaborando a stretto contatto con gli sviluppatori per far sì che si sfrutti al cento per cento il vantaggio di lavorare con un'architettura come questa, che consente la gestione dinamica delle risorse».
Dal punto di vista dei costi, zEnterprise assicura un risparmio sia in termini di acquisizione che di risparmio energetico: grazie alla capacità di gestire i carichi di lavoro tra vari sistemi come se fossero uno, può consentire una riduzione dei costi di acquisizione anche del 40% e del costo di proprietà del 60%.

Dal punto di vista energetico, a parità di consumo di elettricità, il nuovo mainframe assicura il 60% di capacità in più rispetto al suo predecessore System z10.

Commenti