Povero Eto’o: dagli altari interisti alla polvere di casa sua. Volendo continuare nei luoghi comuni: nessuno è profeta in patria. E il Re Leone interista lo ha scoperto stavolta. Il pareggio (0-0) tra Camerun e Senegal in una partita della Coppa d’Africa ha provocato incidenti a Yaoundè, dove decine di tifosi, frustrati per la prestazione della loro squadra, si sono sfogati sfasciando vetrine di negozi e vetri di automobili. Ora il Camerun rischia di perdere la qualificazione alle finali di coppa d’Africa, dopo avere perso l’andata 1-0. Il Senegal è in testa con 5 punti di vantaggio. Eto’o ha sbagliato un decisivo rigore, a tre minuti dalla fine, mandando la palla sulla traversa. Alla sua nazionale serviva la vittoria. Sempre un rigore: come capitò a Wome, che tradì la nazionale nella qualificazione ai mondiali 2006. Seguirono brutti momenti per il giocatore. Così stavolta.
La rabbia dei fan si è sfogata anche contro alcune persone “colpevoli“ semplicemente di indossare la maglia dell’attaccante simbolo della loro nazionale. Stranezza: il capitano era stato applaudito dal pubblico a metà ripresa quando uno dei migliori in campo, il giovane Choupo-Moting, veniva richiamato in panchina tra le proteste del pubblico: Eto'o lo ha preso per il braccio e lo ha tenuto in campo altri tre minuti tra il delirio della gente e contro il c.t. Javier Clemente.
Poi tutto dimenticato, tifosi inferociti. Ieri la situazione in Camerun si è fatta difficile, la folla scatenata. La polizia ha dovuto usare il getto degli idranti e poi i gas lacrimogeni per disperdere i facinorosi, ed alla fine è stato chiesto all’attaccante dell’Inter «di parlare al popolo».
E così Samuel, novello orator di popolo, ha accettato l’ingrato compito. É comparso sugli schermi della Tv di Stato e ha chiesto scusa ai tifosi. «Spesso segno dei gol e allora voi mi esaltate e mi portate al top, ma questa volta ho sbagliato il rigore che avrebbe potuto darci la vittoria e me ne assumo la piena responsabilità.
Brutto calcio se ti costringe a cospargere il capo, rapato, di cenere.
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