«Illegittima l’autosospensione»

GASPARRI «Se è malato serve un certificato, pronti a denunciare chi lo firma. O si dimette oppure resta, con relativi oneri e onori»

RomaMacché «atto di responsabilità», come dice il Pd. L’autosospensione di Piero Marrazzo è un «trucco», un «espediente», «una scappatoia». Addirittura, una «violazione costituzionale». Il centrodestra non ha chiesto le dimissioni del presidente del Lazio, travolto da uno scandalo sessuale, ma ora dice no a «scelte ambigue» che servono solo a rinviare le elezioni. E minaccia iniziative legali oltre che politiche.
I capigruppo parlamentari del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, chiedono che a questo punto si vada «subito alle urne». Marrazzo deve decidersi, o dentro o fuori, non può prendere tempo per favorire il centrosinistra disorientato.
Un gruppo di parlamentari del Lazio arriva in mattinata nell’ufficio del presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. Statuto della Regione alla mano sostiene che questa storia dell’autosospensione fino a gennaio, per non anticipare le elezioni di marzo, proprio non sta in piedi. È «un trucco». L’autosospensione è limitata ad alcuni casi e legata ad un impedimento di salute di breve durata e qui il caso è ben diverso.
«Marrazzo - scrivono in una nota Gasparri e Cicchitto, appellandosi ai garanti delle istituzioni- a parte l’imbarazzo e l’amarezza per le vicende note, non ha impedimenti fisici o giuridici di alcun tipo. Pertanto, o si dimette dall’incarico, o prosegue nell’attività di presidente. La sospensione affiderebbe la guida della Regione a un vice che nessuno ha eletto». E così ci sarebbe il rischio che eventuali nuove leggi regionali siano impugnate di fronte alla Consulta. Infatti, il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto spiega: «L’ipotesi di autosospensione dalla carica di presidente della Regione Lazio non è prevista dallo Statuto e più in generale dalla normativa vigente». Questa soluzione, anche per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, non è sostenibile perché «non ci può essere una Regione a mezzo servizio». Gasparri avverte che se Marrazzo esibirà un certificato medico, esponenti del Pdl «sono pronti a denunciare medici, Asl e ogni struttura sanitaria si rendesse responsabile di una illegalità così grave».
La replica viene dal numero due della Regione Lazio, Esterino Montino, colui al quale Marrazzo ha passato i poteri. Accusa il Pdl di irresponsabilità perché «bloccare la macchina amministrativa significherebbe fermare leggi importanti» e spiega che non si tratta di autosospensione, ma che nello Statuto si prevede che in caso di «assenza o impedimento temporaneo» il vicepresidente sostituisca il presidente. «Ed è esattamente questa - dice Montino - la fattispecie normativa in cui ci troviamo. Mi sembra di tutta evidenza che Marrazzo si trovi oggi in una situazione di stress psicofisico tale da non permettergli di svolgere serenamente il proprio lavoro». Dunque, nessuna illegalità. E Montino assicura al sindaco Alemanno che la Regione «è nel pieno delle sue funzioni istituzionali e amministrative».
Il problema è che per il Pdl questo impedimento temporaneo di Marrazzo può durare al massimo qualche settimana, non certo fino al 2010.

E le elezioni dovranno avvenire a 90 giorni dalle dimissioni. «Niente trucchi illegali», insiste Gasparri, per consentire al centrosinistra di riorganizzarsi dopo la tempesta e trovate un candidato che non sia votato alla sconfitta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica