Milano - Contribuenti dannati, beffati e stangati. Alla fine le tasse locali ci costeranno un miliardo di euro in più. Ovvero duemila miliardi delle vecchie lire, spalmati in misura diversa sulle tasche di tutti i cittadini italiani, già vessati dalla Finanziaria del governo Prodi e illusi dalle parole rassicuranti del premier, che aveva promesso «un fisco più equo». Anche chi guadagna meno di 40mila euro, la soglia individuata dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa e dal suo vice Vincenzo Visco come «spartiacque» tra «ricchi» e «poveri», pagherà di più.
Il calcolo. I conti li ha fatti il Sole24Ore (guarda la tabella con il confronto tra le imposte 2006 e 2007) incrociando le nuove aliquote Irpef con le imposte decise dai 20 capoluoghi di Regione, su «gentile concessione» del governo, per compensare i tagli previsti dalla manovra. La scoperta è che i tanto conclamati benefici per le famiglie, concessi sotto forma di deduzioni fiscali e assegni familiari, verranno annullati a fronte di rincari fino a 362 euro. In pratica, ciò che il governo ha lasciato nelle tasche degli italiani viene di fatto dirottato nelle casse di Comuni e Regioni. Per i single, poi, il rincaro è praticamente una costante.
Gli aumenti. In una città su due, l’amministrazione comunale ha deciso, o sta per decidere, di aumentare l’addizionale Irpef e di ritoccare al rialzo l’Ici e la Tarsu (la tassa sui rifiuti, ndr). La stangata più consistente toccherà agli abitanti di Perugia, Trieste e Bologna. In queste tre città, l’addizionale Irpef è aumentata rispettivamente del 600% (dallo 0,1% allo 0,7%), del 300% (dallo 0,2% allo 0,8%) e del 75% (dallo 0,4% allo 0,7%). Non se la passeranno meglio gli abitanti di L’Aquila e Campobasso, visto che le due amministrazioni comunali hanno deciso di spingere l’aumento dell’addizionale fino alla soglia massima consentita, lo 0,8%. In entrambi i casi, visto che la percentuale di partenza era dello 0,4%, l’aumento è del 100%.
Milano in controtendenza. Chi viaggia in controtendenza è Milano. La giunta di centrodestra, guidata da Letizia Moratti, non solo ha deciso di lasciare a zero l’addizionale Irpef, ma ha anche rivisto al ribasso l’aliquota sull’Ici per la prima casa, scesa dallo 0,5% allo 0,47%, come aveva annunciato nei giorni scorsi. Un risparmio che il Comune ha calcolato tra i 25 e i 45 euro per famiglia, con punte di 66 euro.
La stangata di marzo. I Comuni che non hanno ancora deciso se rivedere o meno le addizionali hanno tempo fino al 15 febbraio per presentare subito il conto al contribuente. Da marzo, spiega infatti il Sole24Ore, ogni contribuente verserà nelle casse dei Comuni tutta l’addizionale Irpef per il 2007 e un anticipo del 30% sull’addizionale per il 2008. Oltre ai ritocchi delle aliquote sull’Irpef comunale, sottolinea il quotidiano di Confindustria, «inciderà anche la trasformazione delle deduzioni Irpef in detrazioni» che aumenterà l’imponibile ai fini delle addizionali. Un incremento che il Sole calcola in 400 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 500 milioni di euro dell’acconto del 30% sul 2008.
Gli effetti in busta paga. Secondo le stime pubblicate ieri sul Sole «una famiglia di quattro persone, con coniuge e due figli a carico e un reddito imponibile di 40mila euro, con una casa di proprietà di 100 metri quadri» che abita a Bologna pagherà 348 euro in più rispetto all’anno scorso, mentre un single con lo stesso stipendio e la stessa casa di proprietà pagherà «solo» 249 euro in più. Una famiglia che vive a Trieste spenderà 252 euro in più, mentre per il single la stangata è di 362 euro. Le città più virtuose per i nuclei numerosi sono Milano (-66 euro), Trento (-79 euro) e Aosta (-93 euro), quelle più care, oltre a Bologna e Trieste, sono Campobasso (+122 euro), L’Aquila (+127 euro) e Perugia (+163 euro).
Il reddito di riferimento. Il Sole24Ore ha anche calcolato qual è la soglia di reddito, città per città, oltre il quale il carico fiscale per il 2007 sarà più alto. In pratica, qual è la soglia di «ricchezza». Le sorprese, anche in questo caso, non mancano. Si passa dai 30.200 euro di Cagliari ai 39.500 euro di Catanzaro nel caso di un single, dai 34.850 euro di Bologna ai 45.
900 euro di Potenza per un contribuente con moglie e un figlio a carico, dai 30.700 euro di Bologna ai 48mila euro di Bari per un cittadino con moglie e due figli a carico. Cifre che mettono a nudo le false promesse del governo, che aveva promesso maggiore equità per i redditi medio-bassi.
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