La festa dei lavoratori diventa per Roberto Maroni la giornata della disobbedienza fiscale. No Imu. No Equitalia. No tasse. La nuova campagna di obiezione civile parte stamattina da Zanica, a pochi chilometri da Bergamo, anche se il tam tam si rincorre da giorni. Maroni ha alle spalle una massa di 500 sindaci leghisti pronti a dichiarare guerra allerario. E come una valanga che singrossa rotolando, i disobbedienti in camicia verde stanno raccogliendo consensi a destra e sinistra. Laltro giorno il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, ha spalleggiato lex ministro dellInterno e in giro per lItalia, dalla Toscana alla Basilicata, vari candidati del Pdl fanno campagna elettorale agitando questa bandiera.
Il problema vero è come disobbedire. Maroni si limita a dire che «la cosa si farà bene, in modo da non mettere nei pasticci i sindaci». E nemmeno i cittadini. «Stiamo studiando iniziative molto forti che passeranno attraverso i nostri amministratori. La gente non scenderà in piazza, ma deve fare obiezione fiscale». Interpellati dal Giornale, due sindaci leghisti di importanti città come Flavio Tosi (Verona) e Attilio Fontana (Varese), entrambi molto vicini a Maroni, non hanno indicato modalità precise per la protesta del Carroccio contro lodiatissima Imu. Lonorevole Gianluca Buonanno, ex sindaco di Serravalle e Varallo Sesia, dice che una commissione sta vagliando una nutrita serie di interventi coordinati.
Al momento la forma più vistosa per denunciare le vessazioni tributarie è fare in modo che non sia più Equitalia a riscuotere le imposte per conto dei Comuni. Capitanati da Calalzo di Cadore, parecchie amministrazioni locali stanno mettendo a punto le delibere per incassare da sé le tasse. Il senso del provvedimento è chiaro: licenziare un fornitore di servizi non più gradito, contrapporre la maggiore sensibilità di chi è sul territorio alla rapacità di Equitalia. «Che non cerca gli evasori ma chi non ha soldi per pagare quanto dichiarato», dice Matteo Bianchi, sindaco leghista di Morazzone (Varese).
Gli strumenti di legge ci sono. A Calalzo nel 2010 si erano già messi in proprio per lIci sulle seconde case, dallanno scorso vengono riscosse in autonomia tutte le entrate tributarie e patrimoniali e da un mese anche il recupero dei crediti insoluti. «In questo momento di crisi vogliamo che le nostre famiglie si sentano più tutelate», spiega il sindaco Luca De Carlo. Nel caso di Calalzo la riscossione è affidata alla Comunità montana della Valbelluna che interviene senza minacce né pignoramenti ma concordando con i contribuenti un rimborso «morbido». Con i 12mila euro risparmiati (Equitalia prende una provvigione per ogni cartella esattoriale) sono stati finanziati incentivi per le famiglie: bonus bebè, bonus libri e trasporto scolastico. Una linea adottata ieri anche dalla Regione Piemonte che ha approvato la costituzione di un ente di riscossione regionale per il recupero delle tasse e dei tributi locali, autonomo e indipendente da Equitalia.
Non è ancora un modo per sottrarsi al fisco, tuttavia è un forte segnale verso Roma. I Comuni possono essere meno severi nella riscossione ma non possono evitarla. La legge che ha introdotto lImu prevede che i mancati versamenti allo Stato verranno compensati da minori trasferimenti di fondi. E del gettito Imu torna in periferia soltanto una quota relativa alle seconde case.
Intanto però lo squillo di battaglia è lanciato. Lesempio di Calalzo è stato già seguito da una decina di località bellunesi, ma anche da Agrigento, Thiene, Vigevano, 40 sindaci pavesi e numerosi centri della Sardegna dove è forte il «movimento dei forconi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.