Inchiesta G8, Bertolaso respinge tutte le accuse "Non ricevetti sesso o soldi in cambio di favori"

Per quasi cinque ore il sottosegretario ha risposto alle domande dei sostituti procuratori Sergio Sottani e Alessia Tavernesi: "Non avevo responsabilità diretta nell'aggiudicazione degli appalti e tanto meno ho ricevuto prestazioni sessuali a pagamento in cambio di qualcos'altro"

Inchiesta G8, Bertolaso respinge tutte le accuse 
"Non ricevetti sesso o soldi in cambio di favori"

Perugia - "Non avevo alcuna responsabilità diretta nell'aggiudicazione degli appalti e tanto meno ho ricevuto prestazioni sessuali a pagamento in cambio di qualcos'altro". Guido Bertolaso lo ha sottolineato oggi davanti ai pm di Perugia che lo hanno interrogato nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi nella quale è indagato per corruzione.

Bertolaso respinge le accuse Per quasi cinque ore il sottosegretario ha risposto alle domande dei sostituti procuratori Sergio Sottani e Alessia Tavernesi. Ha ribadito la sua estraneità alle accuse e difeso il proprio operato. Poi ha lasciato gli uffici giudiziari perugini senza rilasciare dichiarazioni, così come fatto dai magistrati. In particolare riguardo ai rapporti con il costruttore Diego Anemone, considerato dagli inquirenti figura centrale dell'inchiesta, il capo della protezione civile ha parlato di una conoscenza risalente agli anni del Giubileo. Ha però negato - come invece sostiene l'accusa - di avere usufruito di prestazioni sessuali a pagamento presso il Salaria sport village di Roma che faceva riferimento al costruttore o di avere mai ricevuto denaro (e passaggi di soldi non sono mai stati contestati nell'indagine).

Il legale: "Non siamo preoccupati" "Non eravamo preoccupati prima e lo siamo ancora meno oggi", ha detto al termine dell'interrogatorio il difensore di Bertolaso, l'avvocato Filippo Dinacci. Ad avviso del legale e del collega Giovanni Dean il confronto con i pm di Perugia "si é svolto in un clima molto sereno e sono stati forniti tutti i chiarimenti necessari". Si è quindi detto "fiducioso che quanto prima la magistratura possa definire questa vicenda, prendendo atto che il dottor Bertolaso non è coinvolto nei fatti". La difesa del capo della protezione civile ha tra l'altro portato ai magistrati perugini prove e documenti per ribadire la totale estraneità del sottosegretario agli addebiti. Tra questi quelli sulla cui base Bertolaso aveva "mandato via" l'ingegner Fabio De Santis (uno degli arrestati nell'inchiesta avviata dalla procura di Firenze e poi trasferita a Perugia) dopo essersi accorto che questi - come ha spiegato in tv nelle settimane scorse il sottosegretario - aveva approvato una serie di progetti per un importo superiore ai 650 milioni di euro mentre quello previsto per tutti i lavori alla Maddalena era intorno ai 300 milioni. Cacciando De Santis dunque, aveva detto ancora Bertolaso, "ho fatto quello che dovevo fare come controllore di quella parte che era di mia competenza".

Le intercettazioni telefoniche Nel corso del lungo interrogatorio al sottosegretario sono state fatte ascoltare diversi intercettazioni telefoniche. Quelle relative alla sua frequentazione del Salaria sport village ma anche di dialoghi tra altre persone.

I magistrati hanno chiesto a Bertolaso chiarimenti sui contenuti e il capo della protezione civile - secondo quanto si è appreso - ha risposto "punto su punto". Nessuna eccezione è stata invece sollevata dalla sua difesa sulla competenza della procura di Perugia a occuparsi dell'inchiesta.

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