Al termine di un esilio protrattosi per 11 interminabili anni, lItalia di Coppa Davis ha ritrovato posto nel World Group grazie al successo sul Cile nello spareggio disputato a Santiago. Dove la nostra rappresentativa vinse il trofeo nel 1976 ribellandosi alle forze politiche che non volevano saperne di avere contatti con il regime di Pinochet. Allora come oggi cera Barazzutti. In quella magica circostanza vinse il primo terribile singolare contro Fillol. Ieri ha guidato dalla panchina i moschettieri azzurri, Bolelli e Fognini, che hanno bissato nel doppio le vittorie nei singolari della prima giornata. E la scelta di mandare in campo questa formazione, che aveva sfiorato la finale nel recente Us Open, è stata azzeccata. Se ne faccia una ragione Bracciali, rimasto in panchina. Lo testimonia il punteggio di 6-4 6-4 6-4 con cui i nostri giocatori hanno battuto Aguilar e Massu, competitivo il primo da fondo campo, «breccato» più volte il secondo in battuta. A fare la differenza i punti sulla prima di servizio, pari al 100% nei primi due set contro un modesto 67% degli avversari. Al di là dellimportante successo di ieri, Bolelli e Fognini possono divenire un punto di forza della nostra squadra rinnovando i bei tempi di Sirola e Pietrangeli. A Flushing Meadows hanno dimostrato di potersela vedere con chiunque.
E adesso occhio al sorteggio che si svolgerà mercoledì prossimo a Bankgok. LItalia di Davis, non essendo logicamente testa di serie, può incontrare in casa Spagna, Serbia, Francia o Usa, in trasferta Argentina o Repubblica Ceca. Comunque un appuntamento tosto. Ma gli azzurri non sono più delle comparse. E il risultato di Santiago del Cile può definirsi a pieno titolo come una vittoria di gruppo. La Federtennis, spesso criticata in passato per alcune opinabili scelte, va apprezzata per la coerenza con cui ha mantenuto al suo posto Barazzutti nonostante i rovesci degli anni precedenti dovuti alla mediocrità dei nostri rappresentanti e alla sfortuna dei sorteggi. Per due volte abbiamo affrontato sia la Spagna che la Svizzera. E con la Svezia abbiamo applaudito il miglior Soderling di sempre.
Immaginabile la gioia del clan azzurro. Il presidente Binaghi ha indirizzato gli elogi sul capitano non giocatore («il migliore del mondo») e ricordato come la Davis abbia scritto pagine importanti nella storia italiana di questo sport. E poi: «Potevamo rientrare prima in Serie A, non importa.
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