Indagate 3 banche: truffa da 4 miliardi

Secondo la Guardia di finanza di Pescara gli istituti di credito, tutti stranieri, avrebbero ottenuto rimborsi illegittimi sui crediti d’imposta

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Tre banche d’affari internazionali, Lehman Brothers, Jp Morgan e Goldman Sachs sono indagate dalla procura di Pescara per truffa ai danni dello Stato. Applicando la nuova legge sulle società come soggetti giuridici, finiranno presto indagati anche i rispettivi rappresentanti legali.
Secondo la ricostruzione compiuta dagli inquirenti del nucleo regionale delle Fiamme gialle Lazio, i tre istituti di credito stranieri hanno avanzato tra il 1997 e il 2003 42mila illegittime istanze di rimborso di crediti d’imposta per l’astronomica cifra di 4,3 miliardi di euro. Di questa somma è già stato accertato che 700 milioni sono frutto di frode dei quali 215 sono già stati liquidati. Questi saranno ora oggetto di iniziative di recupero.
Il meccanismo individuato avrebbe fatto leva sull’uso strumentale delle disposizioni previste nelle convenzioni internazionali adottate per evitare le doppie imposizioni dei dividendi. Infatti, fino al 31 dicembre 2003 il titolare di azioni che otteneva dividendi poteva evidenziare un credito d’imposta perchè di fatto l’utile era già stato tassato.
Dal ’90-91 la norma era stata estesa anche agli azionisti francesi e inglesi ai quali veniva riconosciuto un credito d’imposta che lo Stato dietro richiesta di rimborso avrebbe pagato in contanti. A questo punto le tre merchant bank americane avrebbero girato, all’avvicinarsi della data di stacco del dividendo, alle consociate inglesi ingenti quantitativi di azioni italiane. Queste venivano trasferite sui «conti titoli» delle banche d’affari londinesi in attesa del dividendo. Incassato il dividendo, veniva richiesta il rimborso del credito d’imposta all’Erario italiano. Subito dopo le azioni venivano restituite alle consociate americane.
Così è stato verificato che la Lehman Brothers holding Inc. americana girava alla consociata londinese Lehman Brothers International Europe, mentre la statunitense Goldman Sachs Group Inc. veicolava le azioni alla Goldman Sachs international della city. Infine JP Morgan Chase and Co. intereagiva con la JP Morgan securts Ltd. I finanzieri del Nucleo regionale di polizia tributaria Lazio, coordinati dai Pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, hanno cosi sequestrato 36.342 istanze di rimborso, per circa 2,3 miliardi di euro prodotte da soggetti anglosassoni e 5.636 istanze, per quasi 2 miliardi di euro prodotte da soggetti francesi. Però siamo agli inizi, infatti dei 2,3 miliardi una quota consistente sarebbe riconducibile ad altre banche d’affari inglesi.
Sul fronte parigino gli accertamenti si stanno concentrando sulle attività svolte dal Credit Lyonnais anche se la banca, al momento, non risulta indagata. In effetti le Fiamme gialle stanno controllando tutta la documentazione finora sequestrata al centro operativo di Pescara, dove giacevano le istanze presentate all’agenzia delle entrate. Le verifiche hanno di fatto passato al setaccio 12 anni di istanze, dal 1991 al 2003, ma l’ipotizzata truffa avrebbe riguardato gli anni a partire dal 1997.
Gli inquirente hanno poi cercato di individuare delle disponibilità patrimoniali da aggredire per «rientrare» di quei 215 milioni di euro già erogati.

I primi sequestri, ma si tratta proprio delle attività iniziali, hanno portato al sequestro di 4,6 milioni di euro su numerosi conti correnti. Si tratta di depositi aperti dalle consociate italiane nel nostro Paese.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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