Indulto, una task force per aiutare chi esce

Saranno 2.405 i detenuti delle carceri lombarde, su un totale 8.688, che già da venerdì potranno essere liberati grazie all’indulto. Circa la metà sono rinchiusi in carceri milanesi, e tra loro almeno il 30 per cento avrà bisogno di un’assistenza immediata: casa, assistenza sanitaria, lavoro. Per affrontare l’emergenza ieri si è riunito un tavolo di lavoro a cui si è aggiunto il presidente della Corte d’Appello Giuseppe Grechi.
«Il tavolo - spiega Luigi Pagano, provveditore lombardo alle carceri - è servito sostanzialmente per mettere nero su bianco i numeri, capire quanti e da quali carceri usciranno i vari detenuti, quanti hanno problemi e soprattutto di che tipo, gli stranieri, 944 in tutta la Lombardia, da far prendere in carico alle diverse questure per l’espulsione. Insomma un grosso lavoro di preparazione, compreso selezionare l’unico rappresentante “plenipotenziario” delle diverse realtà coinvolte, in vista del secondo incontro di tipo prettamente “operativo” in programma per domani (oggi per chi legge, ndr)».
All’incontro, che si è svolto dalle 16 alle 20 nella sede del provveditorato in piazza Filangieri, hanno infatti preso parte oltre a Pagano, i direttori di San Vittore, Opera, Bollate e Monza, il presidente Grechi, il giudice del Tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa, l’assessore comunale alla Sanità Carla De Albertis, l’assessore provinciale all’Integrazione Sociale Franca Corso, la sottosegretaria alla presidenza della Regione ai Diritti dei Cittadini, Antonella Maiolo, Don Virginio Colmegna della Casa della Carità, numerosi operatori del «terzo settore» e i dirigenti dell’ufficio stranieri della Questura.
«Il lavoro più duro - scherza ora il provveditore - è stato proprio riuscire a individuare e riunire tutte queste persone che, per le rispettive competenze, sono chiamate a dare una risposta alle diverse problematiche. Tenendo conto che non ci sarà solo da gestire l’uscita di oltre 2.400 persone, ma quanti nei prossimi giorni, sempre per effetto dell’indulto, potranno chiedere anticipatamente di accedere ai diversi benefici: affido in prova ai servizi sociali, semilibertà, libertà vigilata. Non abbiamo ancora fatto questi calcoli, ma sarà una “onda lunga” che dovrà essere programmata e gestita in tempo».
In soldoni infatti da San Vittore usciranno in 263 su 1.400, da Opera 250 su 1.300, da Bollate 430 su 870, da Monza 234 su 799: in totale circa 1.100, di cui 400 stranieri. Tra i «liberandi» italiani almeno in 300 hanno problemi di inserimento. Ieri pertanto formalmente non è stata presa nessuna decisione, anche se l’assessore Corso ha già anticipato che la Provincia può mettere da subito a disposizione 13 appartamenti in grado di accogliere una cinquantina di persone. Oggi si farà il conto di quanti posti letto sono necessari e quanti detenuti dovranno essere seguiti dal punto vista sanitario o semplicemente sociale. Per questo don Colmegna ha chiesto che siano impegnati tutti gli assistenti sociali in servizio. Ma anche quanti, pur avendo casa e trovandosi in buona salute, non hanno introiti, per cui si dovrà materialmente provvedere alle prime necessità.

Anche per questo la Maiolo ha chiesto al governo un intervento economico urgente. Ma bisogna fare in fretta: il provvedimento di indulto verrà infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale tra oggi e domani, quindi le scarcerazioni dovrebbero iniziare già venerdì.

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