Roma

Infermiera uccisa, atti a Tivoli

Sarà il gup di Tivoli a decidere se rinviare a giudizio o meno Angelo Stazzi, l’uomo accusato di aver ucciso Maria Teresa Dell’Unto, infermiera 58enne del policlinico Gemelli scomparsa nel 2001. Lo ha deciso il gup di Roma Maddalena Cipriani che, accogliendo un’istanza dei legali dell’imputato, gli avvocati Cristiano Pazienti e Cristiano Conte, si è dichiarato incompetente stante che il delitto fu compiuto a Montelibretti, cittadina laziale che oggi, a differenza che in passato, rientra nella competenza territoriale appunto della procura di Tivoli.
La morte della Dell’Unto è un «cold case» risolto dopo otto anni; un delitto avvenuto il 29 marzo del 2001, che sarebbe arrivato al termine di una lite tra i due per questioni economiche. La donna, infatti, prestato in diverse occasioni soldi al collega, un amico di vecchia data con il quale forse era legata anche da un rapporto sentimentale.
Stazzi risulta anche sospettato dalla Procura di Tivoli di essere un presunto serial killer che avrebbe ucciso sette persone in cliniche tra il 2007 e il 2009. Un filo invisibile lo lega alla morte di persone anziane o malate ricoverate in struttire sanitarie della zona che circonda Tivoli e Guidonia. Su questa vicenda, comunque, i legali del 65enne in carcere del 29 ottobre scorso, hanno riferito di non aver «mai ricevuto alcuna informazione ufficiale».
L’uomo, negli anni, aveva completamente soggiogata la Dell’Unto, in un rapporto fatto di richieste continue di denaro e prestiti. Quella mattina, però, Maria Teresa aveva deciso di dire basta, ma la situazione è drammaticamente precipitate e Stazzi, forse al culmine di una furibonda lite, l’ha uccisa. L’uomo era già stato individuato nella prima fase delle indagini, all’indomani del delitto, ma gli elementi a suo carico furono ritenuti dal gip «equivoci» e perciò non sufficienti per procedere con l’arresto. Dopo l’archiviazione del caso nel 2005 gli agenti dell’Unità delitti insoluti riaprirono le indagini nel 2008, trovando ulteriori indizi di colpevolezza. L’uomo infatti aveva messo in scena un allontanamento volontario della donna con un telegramma, partito da Torino, in cui la vittima spiegava ai familiari di stare bene e di voler essere lasciata in pace. Altro indizio un orologio che l’arrestato ha regalato ad una sua compagna, riconosciuto dai familiari di Dell’Unto come di proprietà della donna. Nelle settimane successive il delitto, poi, ha usato il bancomat della donna e staccato assegni dal suo libretto. Dal lavoro dei criminologi sull’infermiere, ormai in pensione, è emersa una personalità di un uomo che tende a manipolare le donne che frequenta con il solo scopo di ottenere denaro. Maria Teresa era arrivata a farsi garante per lui per un prestito di circa 18 milioni di vecchie lire, soldi che sarebbero stati utilizzi dall’uomo per lavori di ristrutturazione della cucina.

Il 25 novembre scorso furono trovati i resti della donna nel giardino della vecchia casa di Stazzi a Montelibretti.

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