Infezione, tre morti A Ronciglione chiude Ematologia

La Asl: «Lunedì un’ispezione ma la casistica è frequente» Cursi (An): «Evitare allarmismi»

Tre morti in 40 giorni, conseguenza di una «brusca impennata dei casi di infezione da Pseudomonas» nel reparto di ematologia dell’ospedale Sant’Anna di Ronciglione, in provincia di Viterbo. Sei casi, metà dei quali letali. Che hanno portato alla chiusura, temporanea e solo precauzionale, del reparto. Lo spiega in una nota il direttore sanitario della Asl di Viterbo, Alessandro Compagnoni, chiarendo che i degenti di ematologia sono tornati a casa, tranne quattro che, non dimissibili, sono stati trasferiti all’ospedale Belcolle di Viterbo. Ma se la morte dei tre pazienti non viene presa sottogamba, dalla Asl si invita anche a non creare allarmismi. Compagnoni, dopo aver assicurato che da lunedì l’unità che è stata chiusa «sarà visitata da due esperti infettivologi ed epidemiologi dell’istituto di Ematologia della Sapienza che indicheranno tutte le pratiche di reperimento delle sorgenti di infezione e la bonifica delle stesse», ricorda come le morti per Pseudomonas «purtroppo si verificano con frequenza in tutti i reparti di ematologia italiani ed europei», proprio a causa della fragilità di pazienti colpiti da patologie debilitanti o immunodepressi per evitare il rischio di rigetto nei trapianti di midollo.
Anche il vicepresidente della Commissione sanità del Senato, Cesare Cursi, vuol rassicurare l’utenza dell’ospedale di Ronciglione. «Su questo episodio c’è la massima attenzione della nostra commissione, non è il caso di fare allarmismi, abbiamo già verificato il modo serio in cui l’ospedale sta procedendo. Tutte le istituzioni si sono mosse tempestivamente, e i controlli di lunedì chiariranno il motivo di questa crescita percentuale dei casi di infezione». Anche il direttore generale della Asl di Viterbo, Giuseppe Aloisio, chiede di «non fare disinformazione». «Nei reparti di ematologia dove si fanno trapianti di midollo, in tutto il mondo, questo genere di complicazioni è purtroppo frequente. In un importante ospedale d’eccellenza, in Francia, si è arrivati ad avere 20 decessi in una settimana». Insomma, «anche se ovviamente siamo molto dispiaciuti per quanto è accaduto, escludo che ci sia stato un problema di “malpratica”, come anche che sia stato sottostimato il dato statistico: nel periodo di 40 giorni durante il quale si sono verificati i decessi c’è stato il decorso della malattia, e quattro giorni fa, per motivi precauzionali, abbiamo appunto deciso di chiudere il solo reparto, mentre il resto dell’ospedale Sant’Anna è in piena attività e non ci sono rischi». Insomma, conclude Aloisio, «tutto quello che prevedeva l’evidenza scientifica l’abbiamo messo in campo».
Ma la crescita delle infezioni da Pseudomonas, ammette Compagnoni, c’è stata. «Fino al mese di marzo di quest’anno sono state sporadiche e comunque paragonabili a tutti i reparti di ematologia e di oncologia in cui sono ricoverati pazienti neutropenici o fortemente immunodepressi». E, nonostante «tali infezioni siano state tenute sotto costante sorveglianza dal direttore dell’unità, Marco Montanaro, attraverso controlli mensili», dall’inizio di Aprile «si è verificata una brusca impennata dei casi di infezione da Pseudomonas». Un batterio che secondo Montanaro potrebbe «trovarsi nelle tubature dell’acqua», ma comunque, spiega la Asl, molto diffuso negli ospedali «nonostante le accurate e continue sorveglianze da parte degli operatori sanitari».


In attesa dell’ispezione di lunedì, il personale del reparto di ematologia del Sant’Anna, comunque, è ancora al lavoro: medici e infermieri continuano infatti a seguire e ad assistere «in trasferta» i quattro pazienti trasferiti al Belcolle di Viterbo.

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