Dottor Fabrizio Pregliasco, come virologo ritiene che la bambina di Pompei sia davvero la prima piccola vittima dell’influenza A?
«L’autopsia eliminerà tutti i dubbi ma è altamente probabile».
Ma è stata stroncata da una crisi cardiaca.
«Solitamente il virus infetta le prime vie respiratorie alte, in alcuni casi però ha anche un’azione a livello polmonare. Oppure può causare un’infiammazione del muscolo cardiaco».
Com'è successo alla ragazzina?
«Esatto. Sono casi rarissimi, così come in alcuni casi l’influenza può causare disturbi neurologici tipo l’encefalite letargica».
Dunque questo virus può infiammare anche il cuore?
«Di fatto, nel caso della bambina di Pompei, il virus ha provocato un’alterazione cardiaca. Ma statisticamente è una cosa rarissima: si rileva in un caso su diecimila. Ma la crisi cardiaca non sempre provoca il decesso. In quel caso specifico ci saranno state condizioni facilitanti».
Per esempio, inefficienza nei soccorsi, ritardi nella terapia d'urgenza?
«La situazione critica può emergere tra le dodici e le ventiquattro ore successive all’esordio della malattia. Provoca difficoltà respiratorie, si diventa cianotici, ma c’è il tempo per andare al pronto soccorso e salvarsi».
Dunque, se l’autopsia non smentisce questa diagnosi, sappiamo che questa influenza può fare vittime anche tra i bambini. Sono loro la vera categoria a rischio?
«Tra i bambini si verificano più casi di infezione e statisticamente anche i casi estremi».
E quindi lei consiglia il vaccino per i più piccoli?
«Assolutamente sì. E, per sicurezza delle mamme, preciso che saranno tutti monodose, privi dunque del conservante tiomersale che fa tanta paura ai medici e ai pazienti».
Perché fa tanta paura?
«Contiene del mercurio. E alcuni sostengono che sia dannoso, soprattutto per i bambini».
Come mai si è diffusa questa convinzione?
«In passato, diversi vaccini infantili avevano causato ai neonati danni renali o l’insorgenza di autismo. Queste correlazioni però non erano mai state confermate da statistiche. L’Oms in ogni caso, ha eliminato il mercurio dai vaccini e ora è rispuntato nei vaccini pluridose pandemici, indirizzato esclusivamente gli adulti».
Che possono reggere la dose di mercurio?
«Guardi che ne contiene di più una scatoletta di tonno oppure un trancio di spada. Il pesce è pieno di mercurio. E pure l’amalgama dei denti che ci teniamo in bocca per una vita».
Allora non ne sanno molto i suoi colleghi medici. Non si vaccinano e alcuni consigliano i pazienti a seguire il loro esempio.
«Anche il vaccino stagionale ha un’adesione tra i medici che non va sopra al 30%. Purtroppo c’è una grande quota di medici che non si aggiorna sui nuovi preparati e ha idee antiquate in fatto di immunizzazioni».
Perché antiquate?
«Qualcuno ha ripescato vecchie storie sulla guerra del Golfo e i vaccini contro vaiolo e Hiv che avevano creato dei problemi ai militari. Alcuni esperti hanno dato la colpa allo squalene. In realtà il grasso di squalo è sempre stato usato, per dieci anni di vaccinazione influenzale, in 50 milioni di dosi».
Dunque i medici sono disinformati?
«Semplicemente questo è un settore che non li riguarda e dunque sono disinteressati ad approfondire. Il vaccino, non dimentichiamolo, è una scommessa. Tu devi partire a freddo, stai bene ti fai un'iniezione e non sai se ti servirà, la statistica dell’efficacia la vedi solo sui grandi numeri».
Senta Pregliasco, se uno ha già fatto l’influenza è immunizzato? Può evitare il vaccino?
«Sì, è immunizzato ma attenzione: solo un terzo delle malattie di raffreddamento sono causati dal virus A e quindi senza il tampone non si può mai dire. Comunque da oggi le categorie a rischio potranno cominciare a vaccinarsi».
Ma il vaccino scarseggia.
«Purtroppo la produzione è rallentata, ma questo dipende dalle colture vaccinali non dal piano degli approvvigionamenti stabiliti dal governo».
Siamo già entrati nel cosiddetto picco pandemico?
«No, ci saranno ancora 3-4 settimane di crescita e a dicembre ci aspettiamo il picco. Speriamo a scuole chiuse».
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