(...)il battagliero Novellino capisce che sarà un'altra grande stagione. Quando sente prima la sigla la sigla dell'eurovisione, poi gli inni di tutti i paesi e vede il suo presidente in lacrime ne è certo. Dado Tedeschi, presentatore portafortuna, inizia dal numero uno, Riccardo Garrone: «Sono commosso. Tre anni fa avevo detto che saremo andati avanti a piccoli passi. Anche quest'anno abbiamo fatto innesti importanti, speriamo che gli inni che abbiamo sentito siano di buon auspicio, noi siamo pronti ad andare in Europa. E qualche piccolo ritocco ci sarà ancora». Le tribune sono in delirio, immancabile anche lo sfottò ai «cugini»: in tribuna un tifoso sampdoriano si presenta con la maglia del Venezia. Non una a caso, ovviamente, ma quella di Ruben Maldonado. Ci sta, il derby è alle porte.
Lo sa anche il tecnico blucerchiato, che si gusta la standing ovation.
Il condottiero Novellino si siede vicino al presidente, accenna un sorriso e volge lo sguardo alla sua nuova squadra: a sfilare cè la Samp europea, quella che dovrà prendere per mano, come sempre. I nomi, sì ci sono anche quelli, non altisonanti perché non è nello stile Sampdoria. E allora si corre, si lavora. Dalla Bona, Sala, Borriello e Zauli salutano i tifosi, orfani per una sera della loro amata gradinata. I blucerchiati continuano a fare festa dopo aver preso dassalto anche ieri pomeriggio i botteghini per aggiudicarsi lambito abbonamento e il coro è sempre quello: «Chi si accontenta gode».
Insomma va bene così, anche se il tecnico chiede due rinforzi, perché è giusto correre ma un po di classe qua e là non guasterebbe. In fondo la punta non è arrivata, ma i «nuovi vecchi» sono stati accolti a braccia aperte.
E allora viva tutti gli acquisti, quelli noti e quelli che Novellino dovrà plasmare a sua immagine e somiglianza. Di quelli che alla fine diventano «Proprio bravi, da non credere». Come Max Tonetto che tornerà a correre sulla fascia, il più osannato, insieme allidolo dei tifosi, quello che fa segnare se cè Bazzani, quello che segna lui, se occorre.
E standing ovation: Francesco Flachi si porta le mani dietro alle orecchie come per dire «Non vi sento». Eppure loro ci sono, eccome, anche in una calda estate di luglio. Sciarpa blucerchiata nella mano destra, passaporto in quella sinistra.
Basta per assegnare un credito illimitato alla società, dal presidente allamministratore delegato Beppe Marotta, che alla fine anche questanno è riuscito ad aggiudicarsi uno come Dalla Bona, richiesto da molti club di serie A.
Per il resto lorologio va indietro di un anno: «Ho un sogno, ma non lo dico». Parole di Walter Novellino che fa della scaramanzia una professione di fede. Tre anni, tre sogni, tutti diventati realtà.
Difficile chiedere di più in una serata di festa. Buonanotte Sampdoria, si ricomincia a sognare.
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