«Inter brava solo in Italia e ora è pure acciaccata»

Via Gesù, Palazzo Bagatti Valsecchi, oltre 30mila hanno già visitato il museo che il Milan ha approntato fino al 16 febbraio, con cimeli, ricordi, maglie e le tante coppe vinte. L’iniziativa è di Fondazione Milan, l’onlus che ha concretizzato 53 progetti benefici, portando gioia e serenità a tanti bambini nel mondo. E anche tante lacrime di gioia ai tifosi che, dalle 10 alle 18, l’affollano. Ad aspettarci, il Capitano: Franco Baresi.
Lei ha giocato 35 derby tra campionato e coppa Italia. I ricordi più belli?
«Sono belli quando si vince. Forse il 2-0 del primo anno di Sacchi, con gol di Gullit e Virdis è quello che mi ha entusiasmato di più. Ma il derby è una partita particolare, lo sentivo eccome e la soddisfazione era doppia quando si vinceva. L’Inter andava forte in Italia, noi in Europa ed era un bel confrontarsi».
È cambiato qualcosa oggi?
«No, resta la grande rivalità e il rispetto tra la squadra e i tifosi. Loro lo sentono e lo preparano, aspettano qual giorno per sfogarsi con coreografie e cori. Allora la gente mi fermava per strada e anche adesso capita la stessa cosa».
Un nerazzurro che avrebbe voluto nel suo Milan?
«È impossibile togliere qualcuno in quel Milan. Tra i nerazzurri di oggi apprezzo molto Maicon e Milito».
Domani all’Inter, chi leverebbe?
«Per come stanno, i tanti infortunati, toglierei Milito, uno che ha classe, tecnica, vede la porta e ha il fiuto del gol».
Lei ha avuto grandi allenatori come Sacchi e Capello, come si sarebbe trovato con Mourinho?
«I risultati parlano per lui, ha fatto bene in Portogallo, Inghilterra e ora in Italia. Sacchi però arrivava dal niente e ha portato nuovi metodi e un calcio offensivo».
Chi vincerà domani?
«Mentalmente sta meglio il Milan, ha fiducia, entusiasmo e giocatori di qualità. Ronaldinho mi piace, si muove bene e con la palla sa fare tutto. Sarebbe stato bene anche nel Milan dei miei tempi».
Vede in circolazione un altro Baresi?
«No, hanno buttato lo stampo».
Fa tristezza vedere che mancate lei e Maldini nella sala dei Palloni d’oro.
«Noi difensori siamo sempre svantaggiati e poi io avevo Van Basten che li vinceva anche per me. Però a Paolo avrebbero dovuto darlo».
Lei è il capitano del Milan Glorie che gira l’Italia per beneficenza a favore della Fondazione Borgonovo.


«Siamo stati a Firenze, Brescia, Madrid, Pescara dopo il terremoto a L’Aquila e l’1 febbraio a Biella triangolare con Juve e Torino con incasso per aprire una scuola ad Haiti».
E questo museo?
«Non uscirei più, guardo la mia ultima maglia, 28 ottobre 1997, e mi commuovo».

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