Inter da spiaggia E Materazzi fa il Ridolini

Gian Piero Scevola

nostro inviato ad Empoli

Un secondo di follia e l’Inter vanifica quel poco di buono che aveva fatto in novanta minuti. Materazzi, a centro campo, s’inventa un autentico siluro, non nella porta di Balli però, ma in quella altrettanto lontana del compagno Julio Cesar. Una cannonata che scavalca il brasiliano, abbondantemente fuori dalla propria porta come spesso gli capita, un autogol da far felice la Gialappa’s, un attimo di «chissà che cosa sarà mai passato» nella testa del difensore nerazzurro. Ma questa è l’Inter, pazza come viene cantata nell’inno del club, bella e impossibile, deludente e improbabile. Questa è l’Inter che ha preso la partita come un salutare allenamento in vista del più probante impegno di coppa Italia di mercoledì prossimo; che a Empoli poteva anche vincere per tenere viva la speranza del secondo posto, ma che non riesce a concretizzare le occasioni buone. E quando scatta a Materazzi l’attimo fuggente, quello da far cadere le braccia lungo i fianchi, allora anche Roberto Mancini si mette le mani tra i capelli, impotente di fronte a tanto autolesionismo.
Non che l’Inter a Empoli abbia fatto chissà che cosa per portarsi a casa i tre punti, ma alcune assenze importanti e il pensiero già rivolto alla Roma, unica possibilità per salvare una stagione deludente, potevano anche giustificare una partita così così. Invece dopo appena 4’ Martins s’è preso il lusso di dormire su un pallone al quale bastava solo un soffio per essere messo dentro, mentre il compagno di linea Cruz ha cercato solo dribbling insistenti con tiri sballati. S’è rivisto anche Adriano, voglioso di fare e di spaccare il mondo, ma spesso il desiderio di mettersi in evidenza non è sostenuto da una adeguata preparazione atletica e il brasiliano s’è mosso spesso a vuoto, inseguendo tanti palloni e sbagliandone altrettanti, a dimostrazione che proprio non c’è, almeno in questa stagione nerazzurra. Salvo poi vederlo in gran spolvero in Germania con la maglia verdeoro della Seleçao e allora qualsiasi arrabbiatura da parte della gente interista sarebbe lecita. E pensare che a Empoli (bello il finale di campionato dei toscani, con Almiron, Buscè e Balli colonne portanti della salvezza arrivata con due turni d’anticipo) Mancini aveva schierato un’Inter, per tanti motivi, a trazione anteriore, con Figo nel primo tempo spostato sulla linea di Martins e Cruz e con Adriano, nella ripresa, a dare man forte alle due punte spuntate. Soprattutto nella ripresa l’Inter ha pressato e, forse, avrebbe anche meritato di vincere, ma ha anche rischiato per le incursioni dell’incontenibile Buscè, Lodi e Vannucchi.

Lo spirito e la voglia di giocare era comunque ai minimi livelli, un po’ strano per gente che dovrebbe cercare di guadagnarsi il posto per la prossima stagione. Ma questa è l’Inter e, pazzia di Materazzi a parte, questa è una squadra che non si può non amare.

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