Internet company Arrivano le trimestrali

Febbraio di risultati per le giovani società legate al web che si sono quotate lo scorso anno in Borsa a Wall Street. Oltre alle più famose, come la rete sociale dedicata al business Linkedin, al sito di offerte e sconti Groupon, e a quello di giochi per Facebook, Zynga, ci sono altre cinque web company che sono chiamate alla prova dei risultati trimestrali entro la fine di gennaio.
In attesa della quotazione di Facebook, per la quale si attende un super collocamento da 5 miliardi di dollari entro maggio, i dubbi sulle potenzialità delle società legate al web restano. Tra i primi a comunicare i risultati è stata Linkedin, che si è quotata il 19 maggio dell’anno scorso. Il social network dedicato ai professionisti ha prodotto, negli ultimi tre mesi dell’anno, utili per 6,9 milioni di dollari, o 12 centesimi per azione, su un fatturato di 167 milioni, numeri non certo stellari ma superiori alle stime degli analisti. Il titolo ha comunque dato soddisfazione a chi l’ha comperato in Ipo, dato che il prezzo è quasi raddoppiato, passando da 45 a 85 dollari. Eppure anche in questo caso i dubbi restano. Linkedin è stata quotata a un valore superiore di 34 volte il fatturato 2010, che era stimato in 243 milioni di dollari, e 550 volte l’utile che è stato nel 2010 pari a 15 milioni. Molto meno brillanti le altre Ipo dell’anno a partire da quella di Groupon che ha comunicato risultati trimestrali sotto le stime degli analisti, con una perdita pari a 2 centesimi per azione. Groupon, che vanta una capitalizzazione pari a 12 miliardi di dollari, è stata valutata al momento della quotazione, il 4 novembre scorso, 20 dollari ad azione. Venerdì valeva intorno ai 21 dollari, ossia il 6% in più rispetto al prezzo dell’Ipo. Un’altra società web che ha presentato i conti è Jive, entrata a Wall Street il 13 dicembre scorso. Jive, che crea applicazioni per far funzionare al meglio i social network, vale ora in Borsa 16 dollari, ossia il 41% in più rispetto al prezzo dell’Ipo: 12 dollari. Peccato che anche questa volta i conti, pur facendo intravedere un aumento del fatturato, abbiano chiuso in perdita per 28 centesimi di dollari ad azione.
Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, sarà il turno di Zynga. Il sito di giochi online dedicati e venduti principalmente tramite Facebook, è stato quotato il 16 dicembre scorso a 10 dollari ad azione. Ora ne vale in Borsa 13, ossia il 33% in più. Il 16 toccherà invece a Demand Media, un editore online che ha visto le sue azioni salire del 65% dal giorno dell’Ipo nel gennaio 2011. Molto probabile, però, che in entrambi i casi si vedrà il fatturato in aumento ma gli utili scarsi. È stata un successo anche l’Ipo di Angie’s list, società che offre suggerimenti per gli acquisti. Dal 17 novembre il titolo ha registrato un incremento del 23%.


L’unica società che ha visto una contrazione del valore dell’azione è Pandora Media, una radio via Internet che si è quotata il 15 giugno: ora è in ribasso del 17% rispetto al prezzo dell’Ipo. Intanto la domanda che gli analisti si pongono è se si sia in presenza di una nuova bolla speculativa che potrebbe ripetere le tragiche dinamiche dell’anno 2000.

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