Arriva il 730 precompilato dall'Agenzia delle entrate e in pochi si fidano. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato la misura presentata come una importante semplificazione a favore dei contribuenti.
Il modello con il reddito prestampato arriverà a domicilio a 30 milioni di italiani a partire dal 2015. Ma senza detrazioni. Le spese sanitarie entreranno nei modelli a partire dall'anno successivo. Sempre che il decreto legislativo arrivi a destinazione integro. I precedenti delle riforme azzoppate non mancano, come Jobs Act che arranca tra promesse di rivoluzioni (contratto o unico e riforma dell'articolo 18) e resistenze nella maggioranza. La riforma della pubblica amministrazione, partita con i 44 punti di Renzi e Madia, è arrivata decisamente depotenziata a destinazione.
Dubbi anche sull'applicazione pratica, sfida non meno difficile affidata all'Agenzia delle entrate. «La notizia è positiva perché è una semplificazione», commenta il presidente dell'ordine dei dottori commercialisti di Roma Mario Civetta, «problema è applicazione pratica. Se ci basiamo sugli annunci sembra tutto bellissimo, ma solo pochi giorni fa siamo impazziti per pagare la Tasi». Mandare a domicilio un 730 con il reddito è un po' come «costruire una casa partendo dal giardino e non dalle fondamenta», aggiunge. Meglio sarebbe stato «mettere mano ai tributi locali». Una giungla di sigle e modalità di applicazione che vanifica qualunque tentativo di semplificare la vita ai contribuenti.
Sul fronte politico, dubbioso Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, sicuro che la delega fiscale varata dal Parlamento (e voluta dallo stesso esponente di Forza Italia) sia più incisiva. C'è anche lì la dichiarazione precompilata, ma in più prevede «la possibilità di riscrivere in modo coraggioso l'architettura fiscale, con positive novità liberali e pro contribuenti che sono e siamo riusciti a inserire: dalla riforma garantista della parte penale fiscale alla riforma del contenzioso tributario, dal disboscamento delle agevolazioni a quello dei sussidi a pioggia (ma restituendo tutto sotto forma di minori tasse per i cittadini e le imprese), solo per citare pochissimi esempi».
Il governo, comunque, punta molto sul provvedimento di ieri. Lo Stato diventa «finalmente amico» dei cittadini, ha commentato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.
Entro il 15 aprile del prossimo anno il modello dovrà essere reso disponibile on line al contribuente, che potrà decidere di poter accettare o rettificare i dati. A fornire il 730 sarà anche il sostituto d'imposta, i Caf o i professionisti abilitati. Resta la possibilità di presentare la vecchia dichiarazione dei redditi, con le modalità ordinarie.
Tra le altre novità, non ci sarà più l'obbligo di dichiarazione per le eredità a parenti in linea retta entro i 100mila euro. È ampliato da 5 a 15 mila euro l'ammontare dei rimborsi Iva eseguibili senza alcun adempimento. Poi norme più semplici per la fatturazione di spese per hotel e ristoranti sostenute dai professionisti.
Approvata anche la prima delega sulla riforma del catasto. Altra riforma al rallentatore con molti dubbi. Confedilizia ne segnala alcuni, come il depotenziamento delle Commissioni censuarie e altre parti «a rischio di costituzionalità» che il governo dovrebbe cambiare.
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