L'ultima carta del mazzo

Se non vogliamo sperare in un'invasione straniera la soluzione che resta da provare è una sola

Diffidavamo dei tecnici perché sono uno sfregio alla sovranità popolare, ma per disperazione accettammo la soluzione Monti dei Pegni, pur nata in modo indecente, perché pensammo che un tecnico avesse mani più libere per incidere sullo Stato e gli sperperi. E invece Monti non tagliò nulla, ma si accanì sui cittadini, spremendoli e minacciandoli. Lui dirà che la politica non gli permetteva di tagliare: allora, Professore, anziché andare dalla Bignardi a farsi coglionare col cane, convocava una conferenza stampa in tv e lo denunciava, e se non sortiva effetto si dimetteva. Sarebbe uscito alla grande...
Detestavamo il consociativismo perché mortifica la democrazia bipolare ma per disperazione accettammo la soluzione Letta matrimoniale, pensando che solo un governo di larghe intese potesse varare leggi difficili da far digerire e riforme costituzionali e strutturali. E invece tirano da parti opposte e il pupazzo resta fermo o diventa un grottesco asino pezzato; e intanto si fanno a pezzi tra loro e a vicenda. Sono unanimi solo nel rinvio o nel peculato (vedi Bologna, grillini inclusi). A questo punto se non vogliamo sperare in un'invasione straniera, un golpe di extraterrestri o sperimentare, primi nel mondo, lo scioglimento dello Stato e l'anarchia, la soluzione che resta da provare è una.

Elezione diretta del premier, pieno mandato di governo e chi vince si assume tutte le responsabilità di decidere. Per cinque anni non lo tocca nessuno, poi verrà giudicato dal voto. È l'ultima carta, prima di passare a quella igienica.

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