Alfano: "Accanimento contro Berlusconi". Di Pietro: "La verità viene a galla"

Il segretario del Pdl: "Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche". Duro il commento del leader Idv

"Ennesima prova di accanimento giudiziario nei confronti del presidente Silvio Berlusconi. Una condanna inaspettata e incomprensibile con sanzioni principali e accessorie iperboliche". Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, commenta la condanna nei confronti del Cavaliere per frode fiscale. "Siamo certi - aggiunge alfano in una nota - che i prossimi gradi di giudizio gli daranno ragione e speriamo che questi giudizi giungano in fretta".

Euforico il commento di Antonio Di Pietro: "Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla". "Da oggi - prosegue il leader dell'Idv - gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente colpevole di frode fiscale e con l'interdizione dai pubblici uffici per i prossimi tre anni".

Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, sceglie un tono soft: "Le sentenze non vanno commentate, solo rispettate. Berlusconi ha avuto sentenze positive, di prescrizione e di condanna. Ma questo non è oggetto di confronto politico. E comunque, per fortuna, non lo è più".

"La condanna di Berlusconi mostra al mondo l’anomalia della giustizia italiana - dichiara l’ex ministro e parlamentare del Pdl, Gianfranco Rotondi -. Come sempre nei gradi successivi la serenità dei giudici restituirà a Berlusconi verità e giustizia".

"Singolare condanna, che addirittura supera la richiesta del pm - osserva Beatrice Lorenzin (Pdl) - e singolare pena accessoria in un singolare processo. Dopo 18 anni di storia aspettiamo con impazienza i successivi gradi di giudizio, perché finora, di fronte alle carte, ogni verifica successiva ha sempre dato ragione a Berlusconi".

"Abbiamo sempre contrastato Berlusconi su piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso" afferma in una nota il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. "Non commento le sentenze - dice Gianfranco Fini - Non l’ho fatto ieri e non lo faccio oggi".

"Dopo 18 anni d’assedio - dice il senatore del Pdl Altero Matteoli - ora la sinistra giustizialista a prescindere sta gioendo per questa sentenza di condanna, ovviamente le viene facile gettare il mostro in prima pagina. Noi siamo solidali con il presidente Berlusconi, a cui confermiamo la stima di sempre, e confidiamo nei prossimi gradi di giudizio perché alla fine la vera giustizia trionferà".

"Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano - sottolinea Rosy Bindi (Pd) - ma ciò che inquieta è che questo imprenditore, condannato oggi per frode fiscale, è stato a lungo Presidente del Consiglio.

Ora è più evidente quanto abbia pesato sulla politica e la vita del Paese il suo ingombrante conflitto d’interessi. E alla luce di questa sentenza la rinuncia di Berlusconi a ricandidarsi appare di un tempismo perfetto".

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