«Posso dire che oggi qui siamo 10mila e salutiamo le Cassandre. Coloro che non credevano in noi, che non avevano fiducia, che pensavano che non saremmo arrivati a questo, li salutiamo senza rancore». È il giorno della convocazione plenaria agli ex studios De Paolis di Roma, della prima convention e del lancio del Nuovo centrodestra. Un appuntamento pensato come una prova di forza, un biglietto da visita, un trampolino da cui lanciare la campagna di reclutamento sul territorio per la quale sono stati mobilitati i 1.200 amministratori locali che hanno aderito alla nuova creatura alfaniana (dalla Calabria, azionista fondamentale di Ncd, arrivano 29 pullman e un volo charter). Alla prova dei fatti la partecipazione c'è, così come il tentativo di mettere in piedi un evento il più «adrenalinico» possibile. Così tutti i ministri, Maurizio Lupi nella veste di gran cerimoniere, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo e Gaetano Quagliariello si ritrovano insieme per accogliere il leader della nuova formazione. E sulle note di «Pride» degli U2 entra Angelino Alfano. Il vicepremier sale sul palco mentre il gruppo irlandese canta «One man in the name of love». E per un'ora e mezzo circa cerca di tenere viva l'attenzione, utilizzando enfasi e riferimenti «pop».
«Propongo alla sinistra un contratto di governo per il 2014 per fare le riforme e poi nel 2015 andiamo alle elezioni e le vinciamo» promette. «Siamo qui non per ambizione ma per amore della nostra patria. Siamo pronti a ragionare sul modello del sindaco d'Italia», dice riferendosi al sistema elettorale a doppio turno usato per i Comuni e sostenuto da Matteo Renzi. «Lunedì capiremo se il segretario del Pd è su Scherzi a parte o fa sul serio. Se farà la riforma del lavoro come ha detto, farà sul serio. Se fa la riforma liberale vuol dire che rompe con i diktat della Cgil».
Alfano presenta la sua squadra con una metafora calcistica: «Questa è una squadra, una grande squadra, con tanti bravi giocatori, e noi come ha detto Al Pacino nel film Ogni maledetta domenica vinceremo con il collettivo, con la forza del nostro cuore. Il nostro colore è il blu e puntiamo allo scudetto. Come squadra dimostreremo di saper fare quadrato e puntiamo tutti insieme allo scudetto». Una battuta su cui inevitabilmente scattano ironie. Su tutte quella di Raffaele Fitto. «Mentre Alfano parla di scudetto, gli faccio i miei migliori auguri, calcisticamente parlando, per la lotta per non retrocedere, nella quale lui e i suoi amici sono già chiaramente invischiati». Attorno ad Alfano si stringono oltre ai ministri anche Renato Schifani, Roberto Formigoni, Fabrizio Cicchitto, la ex vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, la giovane parlamentare calabrese Rosanna Scopelliti che tira fuori una scatola di un finto farmaco la «Ncdina», ovviamente con i colori della formazione guidata da Alfano. La medicina giusta per il Paese, sottolinea la deputata che si concede anche una stoccata ironica su un logo che certo non ha fatto strage di consensi: «La prossima volta, Angelino, le primarie anche per il simbolo, mi raccomando». Alfano, diversamente da Gianfranco Fini, non fa l'errore di smarcarsi in toto da Silvio Berlusconi. Chiede la protezione della Madonna, alla vigilia della festa dell'Immacolata concezione. Cerca di trasmettere il messaggio che le larghe intese siano una parentesi così come la saldissima partecipazione al governo Letta. «Siamo qui per fondare il più grande movimento politico del centrodestra, ma non rinneghiamo vent'anni della nostra storia. Non rinneghiamo Berlusconi», un passaggio che fa scattare l'applauso della platea. «Per me non aderire a Forza Italia è stata una scelta sofferta e dolorosissima ma è stata una scelta giusta perché là ci sono troppi estremisti ed estremismi». Ancora applausi. E di nuovo musica dalle casse.
Questa volta con una brusca virata sulla dance con I'm blue degli Eiffel 65. Riferimento cromatico al simbolo, «acchiappo» giovanilistico e piccolo scivolone. Visto che I'm blue in fondo altro non significa che «sono triste».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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