Allarme sociale: quattro milioni di poveri nel 2013

La denuncia del presidente di Confcommercio: "In cinque anni 615 nuovi indigenti al giorno"

Allarme sociale: quattro milioni di poveri nel 2013

Cernobbio - La crisi economica si sta pericolosamente trasformando in crisi sociale, con l'area della povertà assoluta che potrebbe estendersi a oltre quattro milioni di persone nel 2013. «Così si corre il rischio di mettere a repentaglio la coesione sociale».
Quello lanciato da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, al 14° Forum Ambrosetti di Cernobbio, non è l'unico ed ennesimo allarme. Il Centro studi dell'organizzazione, diretto da Mariano Bella, ha infatti snocciolato una serie di dati che rendono il quadro economico del Paese ancora più fosco: revisione al ribasso delle stime sul Pil del 2013 (-1,7% da -0,8% di soli cinque mesi fa), mentre nel 2014, in mancanza di interventi sulla pressione fiscale e l'economia in genere, l'aumento del Pil di poco più di un punto percentuale, risulterebbe insufficiente a far recuperare al Paese quanto perduto nell'anno in corso. «Con queste valutazioni la perdita dei consumi reali per abitante, alla fine del 2014, rispetto al picco del 2007, sarebbe pari al 9,7%, equivalente a una riduzione, ai prezzi del 2012, di circa 1.700 euro pro capite». Al boom dei poveri, rilevato da Confcommercio, si contrappone un dato, che sicuramente farà discutere, relativo ai «paperoni» d'Italia: assommano a 28mila, in proposito, i soggetti il cui reddito supera quota 300mila euro. Il ministero dell'Economia, che ha pubblicato le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche per il 2011, informa anche che circa 100mila persone hanno dichiarato immobili, situati all'estero, per un valore intorno a 21 miliardi. Punto anche sull'addizionale regionale all'Irpef, risultata nel 2011 di 11 miliardi, con un incremento del 27% sull'anno precedente (di 360 euro l'importo medio a contribuente).
E se il Fisco incassa, in assenza di crescita e di ripresa dei consumi il Paese vede aggravarsi la recessione e lo stato comatoso in cui si trova. A preoccupare Confcommercio, insieme agli altri problemi aperti, tra cui i mancati pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese, è il numero in aumento dei disoccupati (3 milioni, per un tasso dell'11,7%), degli «scoraggiati» (680mila) e dei cassintegrati (200mila). Da qui la decisone dell'organizzazione guidata da Sangalli di varare un nuovo indicatore macroeconomico mensile, battezzato Misery index. Un dato per tutti: l'Italia, in cinque anni, ha prodotto circa 615 nuovi poveri al giorno. Il ministro del Welfare uscente Elsa Fornero fa spallucce: «Sono dati che vanno presi molto sul serio ma non sono inattesi. Il governo il possibile per alleggerire l'impatto della recessione». Detto da chi ha creato 300mila esodati fa sorridere, così come la frase del ministro «sono sollevata che sia finita».
La giornata inaugurale del Forum, che prosegue oggi, ha visto un susseguirsi di dati preoccupanti, a partire dalla pressione fiscale. «Quella “apparente” - ha spiegato Bella (Centro studi) - sarà del 44,8% medio, ma del 54,3% quella “reale”, entrambe a livelli record». Per non parlare, poi, dei consumi: l'anno scorso -4,3%, quest'anno -2,4%.

Dati che hanno spinto Sangalli a ribadire, tra l'altro, il suo no a un nuovo aumento dell'Iva: «Dall'inizio della crisi, cioè dalla fine del 2007 - ha osservato il presidente - il Pil è crollato di oltre 100 miliardi in termini reali».

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