Via alle privatizzazioni di Poste e Enav

Ok del Cdm anche al piano per il rientro dei capitali esteri. Letta: "Stop al taglio delle privatizzazioni"

Via alle privatizzazioni di Poste e Enav

Come previsto, il Consiglio dei ministri ha approvato i due decreti che danno il via, tra le altre cose, alla privatizzazione delle Poste e dell’Enav (con cessione di "quote non di controllo"), oltre al piano per il rientro dei capitali all'estero.

"Quest’anno si faranno altre operazioni di privatizzazione che consentiranno all’Italia di presentare un percorso di riduzione del debito che sarà la prima del nostro Paese dopo 6 anni di crescita continuata", ha detto Enrico Letta al termine del Cdm confermando che l’incasso delle privatizzazioni andrà a riduzione del debito. La privatizzazione di una quota di Poste avviene "con l’idea di destinare ai dipendenti della società una parte di queste azioni", ha aggiunto il premier.

Il presidente del Consiglio ha inoltre ribadito che entro "il 31 gennaio non ci sarà il taglio delle detrazioni fiscali per famiglie e contribuenti". Ora la questione viene demandata alla delega fiscale che "sarà la sede della discussione sul riordino". Nel decreto, però, c'è "un provvedimento che riguarda le zone colpite dall'alluvione nel modenese, che erano già state colpite dal terremoto. Siamo intervenuti con norme sugli adempimenti tributari". In particolare, sono sospesi per sei mesi pagamenti tributari o fiscali in favore di chi lavora e abita nelle zone coinvolte.

La valutazione di Poste varia tra i 10 e 12 miliardi e la privatizzazione del 40% varierà quindi "tra 4 e 4,8 miliardi".

Per l’Enav la valutazione è invece di 1,8-2 miliardi, "quindi il 49% che si vuole vendere vale circa 1 miliardo", come ha detto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, secondo cui la privatizzazione delle Poste potrebbe avvenire entro l'estate.

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