Alleanze, il lodo Formigoni è sul tavolo del Cavaliere

Il governatore lombardo vuole una coalizione con Lega e Udc: "Solo così si vince". Giovedì a Orvieto vertici a confronto. Nella Genova rossa il Pdl lancia l'uomo della Cei

Alleanze, il lodo Formigoni  è sul tavolo del Cavaliere

Roma - Domenica in sordina per un Pdl ancora alle prese in molte province con i congressi e le primarie. Così - a parte il capitolo liberalizzazioni - si parla poco o nulla di politica nazionale, di alleanze future ed eventuali e pure della querelle che ha tenuto banco negli ultimi giorni sui destini del partito e sul ruolo di Angelino Alfano. Tutto congelato, tutto rinviato a quando il quadro sarà più chiaro, spiega Daniela Santanchè che segue per tutta la giornata le sorti delle primarie del Pdl a Como soddisfatta «dall’ampia partecipazione della gente».

Una giornata in sordina, dunque. Anche perché la verità è che difficilmente si potranno prendere decisioni prima delle amministrative di maggio, quando anche i rapporti di forza e le alleanze (con la Lega e con l’Udc) saranno più chiari. O, almeno, vagamente più chiari. Già, perché anche la tornata elettorale alle porte non risolverà completamente dubbi e incertezze visto che molti accordi saranno siglati al fotofinish e altri solo al ballottaggio. E visto che le liste civiche giocheranno una partita importante. A La Spezia, per esempio. Ma anche a Genova dove il Pdl ha deciso di sostenere nella corsa a sindaco l’indipendente Pierluigi Vinai, vicepresidente della Fondazione Carige e segretario dell’Anci Liguria. Correrà sotto il simbolo del Pdl e di «una pluralità di altre liste».

Ed è in questo clima sospeso che il partito si prepara alla tre giorni di Orvieto, dove da giovedì a sabato si riuniranno i vertici di via dell’Umiltà per un seminario della Scuola di formazione politica organizzato da Sandro Bondi. Sarà l’occasione per fare una riflessione sulla situazione politica italiana ed europea ma anche il luogo per dibattere delle alleanze in vista delle amministrative oltre che dei prossimi provvedimenti che il governo Monti porterà in Parlamento. Esecutivo che Berlusconi continua a sostenere ed elogiare se sabato il Cavaliere commentava con soddisfazione la posizione tenuta sulla Tav. Un progetto - ha detto in privato - che ho fortemente voluto e che di fatto porta il mio nome e cognome. Bene fa Monti a tirare dritto e non farsi condizionare.

Sul fronte alleanze, invece, torna Roberto Formigoni. Che ieri auspicava la nascita di «un’alleanza capace di vincere». «Mi auguro che la Lega, l’Udc e gli altri moderati - spiega il governatore della Lombardia - decidano di allearsi con noi e se non lo faranno se ne assumeranno la responsabilità». Perché, aggiunge, «il dovere di un partito non deve essere solo quello di portare a casa il consenso dei propri elettori, ma anche quello di creare alleanze per vincere». Insomma, «gli italiani hanno fatto proprio lo schema bipolare: o vince il centrodestra o il centrosinistra». Infine, l’ennesima rassicurazione sullo stato del partito, segno che il problema c’è ed è sentito. Così, nel tentativo di fugare ogni dubbio, Formigoni assicura che «il Pdl non è in stato comatoso» come dimostrano «il milione e 200mila tesserati in tutta Italia» e «i tanti congressi che stiamo celebrando».

Anche a questo servirà l’appuntamento di Orvieto.

A dare un segnale forte che il Pdl c’è ed è vivo, a prescindere da quale sarà - magari dopo le amministrative - il nuovo nome del partito. Perché - è la convinzione di molti dirigenti - è dai congressi e dal tesseramento che si dovrà comunque ripartire anche nell’ottica di costruire un contenitore più ampio che sia aperto ai moderati.

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