Roma La nuova parola d’ordine dettata da Silvio Berlusconi- «votiamo solo ciò che ci convince »-non rasserena le anime Pdl. Se da una parte tutti prendono atto che staccare la spina al governo Monti non è ipotesi percorribile a pochi mesi dalla scadenza naturale della legislatura, dall’altra lo schema «falchi contro colombe» non viene certo archiviato. Il nuovo fronte dialettico si concentra sulle tante declinazioni possibili della linea berlusconiana e sul modo attraverso cui alzare la posta al tavolo della trattativa con Palazzo Chigi e con gli alleati.
Ad accendere gli animi la svolta imprevista delle elezioni di Catanzaro, dove il centrodestra ha vinto sul filo di lana e dopo uno spoglio durato 4 giorni. La Procura della Repubblica ha infatti deciso di sequestrare tutte le schede elettorali ipotizzando una presunta compravendita di voti. Sullo sfondo, però, il Pdl può celebrare un risultato politico importante, figlio proprio di quell’approccio più incisivo evocato in queste ore.È,infatti,in dirittura d’arrivo la certificazione dei crediti che le imprese vantano nei confronti della pubblica amministrazione che dovrebbe poi permettere di compensarli attraverso la leva fiscale. Un successo della proposta Alfano, inizialmente bollata come impraticabile e demagogica, e poi inserita dal governo nella sua agenda. Un cambio di rotta che non passa certo inosservato a Via dell’Umiltà. «L’imminente presentazione di un decreto sulle compensazioni, annunciata dal viceministro Grilli certifica la bontà della linea del Pdl e ci indica la strada da seguire: incalzare il governo e usare questo tempo non per dilaniarci ma per proporre al Paese un’idea di Italia e di Europa »,dichiara Gaetano Quagliariello.
Se il governo interviene sulle compensazioni fiscali, è «merito di Alfano», ricorda Maurizio Gasparri «di una iniziativa che in un primo momento era stata giudicata non praticabile. In attesa di valutare il merito, prendiamo atto che aveva torto il governo e che aveva ragione Alfano». Il risultato di giornata, conseguito sul fronte della difesa degli interessi della piccola e media impresa, non è sufficiente a fermare il confronto a tutto campo iniziato all’indomani dalla sconfitta nelle amministrative. La scintilla viene accesa da Franco Frattini che sul Foglio si schiera contro chi«vorrebbe dare un’improbabile inclinazione euroscettica al nostro Pdl. Ringhiare è facile mentre la gente si aspetta che la politica risolva i problemi».La replica più netta arriva da Massimo Corsaro. «Condivido poco di quello che dice Frattini ma lo rispetto. Stigmatizzo invece i suoi toni. Dire che esponenti del Pdl ringhiano mi sembra una caduta di stile. Se dovessimo attestarci sul suo registro dovremmo dire che c’è chi raglia la propria subalternità all’Europa ma entrare in questo meccanismo non fa bene a nessuno. La realtà dice che l’appoggio a questo governo sta massacrando la nostra base sociale e che sette nostri elettori su dieci sono contrari all’esecutivo. È dai tempi di Moro e Zaccagnini che sento evocare legislature costituenti per riforme che non si fanno mai. La verità è che si è alternativi se si crede a modelli diversi. C’è chi vuole governare, e per questo è disposto a finire all’opposizione, e chi vuole stare al potere. Io non sono disposto a qualunque alchimia pur di restare in qualche modo al governo».
Con toni più stemperati una risposta critica arriva anche da Sandro Bondi. «La mia opinione è diversa da quella dell’amico Frattini. La questione non è se staccare o meno la spina ma interrogarci se la linea del governo è giusta e se possiamo modificare una politica suicida dell’Europa ». Un appello a non svendereil bipolarismo arriva da Mariastella Gelmini. «Non ci sono terze prospettive o nostalgie proporzionaliste, dobbiamo correggere, in direzione dello sviluppo, le politiche del governo Monti». Infine Ignazio La Russa invita il partito a un approccio più critico.
«Non abbiamo intenzione di votare a ottobre ma nessuno può immaginare noi come Casini, che se sentisse dire da Monti che il sole sorge a mezzanotte, direbbe che sorge a mezzanotte. Per noi sorge all’alba e quando ci sono provvedimenti sbagliati, abbiamo il dovere di non essere complici ».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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