Anche Forza Nuova si fa la sua toga rossa

Ormai avere le toghe tra le fila del proprio partito è diventato un must

Anche Forza Nuova si fa la sua toga rossa

"Sono come le figurine Panini". Qualche giorno fa, l'Unione delle Camere Penali ha fotografato così l'entrata in politica dei magistrati. Avere una toga tra le proprie fila sembra diventato un must dei partiti. Non si tratta di un fenomeno nuovo, beninteso, ché l'ingresso dei giudici nell'agone politico annovera esempi lontani, a partire dalla Costituente e dal primo Parlamento democraticamente eletto (vedi Oscar Luigi Scalfaro, magistrato eletto all'Assemblea del 1946).

Tuttavia, è innegabile che il ruolo dei magistrati, a partire da Mani Pulite per arrivare ai giorni nostri, sia diventanto dominante nella stessa misura in cui lo sia diventato quello del politico. L'ultimo esempio di questa "transumanza" presenta tratti particolari.

"Il magistrato romano Paolo Ferraro sarà candidato come capolista nel Lazio nelle liste di Forza Nuova alle elezioni politiche", ha dichiarato il segretario di FN, Roberto Fiore, tracciando il profilo professionale di Ferraro: "un magistrato proveniente dalla sinistra che ha creato negli ultimi mesi scompiglio nei poteri forti e nella massoneria".



E così, dopo il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, candidato per il Pd, dopo il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che ha preferito la rivoluzione civile al Guatemala, dopo Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale candidato nelle liste Monti, arriva anche una toga, rossa, per Forza Nuova.

Twitter: @domenicoferrara

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