Anche i grillini si spaccano Il capo li boccia ed è rivolta

Sull'immigrazione clandestina il Grillo e Casaleggio sconfessano gli "abolizionisti" ma restano soli

Anche i grillini si spaccano Il capo li boccia ed è rivolta

Roma - Certe storie hanno le gambe corte: hai voglia di girarle e rigirarle, di interpretare Pinocchio o Mangiafuoco, il Gatto o la Volpe; più spesso, la parte del burattino. Sempre nella pancia della balena finisci. Questa sorte attende la premiata ditta Cinquestelle. Ma soprattutto i portavoce grillini: senatori e deputati nominati (non dal Web), e alla fin fine marionette senza volto e spettinati ventriloqui. Nel pentolone del M5S ieri bolliva questa minestra, e vapori velenosi. Bolle e balle più grandi del solito, che la paura dei Capi ricondurrà in serata all'ennesima seduta d'autocoscienza collettiva con accuse, pianti e delazioni, ma off-limits, senza streaming né voto finale, naturalmente. Così da scongiurare che la rivolta del Web e dei portavoce non faccia scoppiare la bella favola. L'assemblea si è conclusa con la richiesta di un incontro dei parlamentari con Beppe Grillo anche se qualcuno ha fatto notare che il problema è stato con la rete che andava preparata a una notizia come questa.
Come potevano essere tanto ingenui i senatori Buccarelli e Cioffi (due fedelissimi) da non sapere che il loro emendamento per la soppressione del reato di immigrazione clandestina avrebbe fatto drizzare le antenne a Grillo e il pelo a Casaleggio? La sconfessione è arrivata a un giorno di distanza e proprio mentre un altro Guru, Umberto Bossi, li accusava d'aver fatto una «marchetta» alla sinistra. Toni seccati e furbetti, quelli del post di Grillo, che parla anche a nome di Casaleggio (bello sapere chi decide tra i due). «Posizioni personali, non faceva parte del programma. Non siamo d'accordo né nel metodo né nel merito». Seguirà post per «precisare» le celebri «regole interne», e la fantomatica approvazione di proposte attraverso il blog. Ma c'è dell'altro: «Il M5S non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Senza contare che l'emendamento provocherà un'invasione di migranti».

Chiaro come i Capi strizzino l'occhio all'elettorato leghista e di centrodestra. Ma stavolta la ribellione dell'elettorato corre sul Web, e forse per la prima volta molti capiscono l'abbaglio di scontrini e manifestazioni sui tetti. Prende un po' di coraggio qualche «rivoltoso»: Cioffi condivide Grillo «al 99,9 per cento, oggi no», Buccarella si permette di definirsi «sorpreso», Molinari li appoggia, Pinna esulta, Orellana arriva a chiedersi «Ci sono le regole, ci diamo delle regole o ci danno delle regole?». Di Battista twitta un video di Grillo che difende i migranti («Gente straordinaria, non li fermi, vengono a riprendersi quello che gli abbiamo tolto», diceva nel 2012). Pisano, il più ardito, chiede l'autocritica: ma per Grillo e Casaleggio. Scendono in campo però poderosi rottweiler, e timorosi pacieri alla Di Stefano: «Anche i senatori sbagliano». «Il post di Grillo è corretto», denuncia Castelli. Ma il caos è generale e la capogruppo Taverna impone silenzio stampa, come se fosse una novità. Si fanno vivi gli «ex» già espulsi, mentre gli altri partiti s'infilano nella crepa: «Ribellatevi!». Piove giù di tutto: «Grillo fascistoide, xenofobo, destra populista, brutta copia di Bossi, fai tristezza».

Ed è una pioggia triste, quella che cade sui grillini mentre si avviano all'assemblea come al patibolo. Lì verranno messi all'indice, e in riga. Resterà il sogno di contare qualcosa, un giorno. «Uno vale uno», credevano. Nessuno ha specificato loro che gli Uno si chiamano per nome: Grillo e Casaleggio.

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