Anche Letta si oppone alle manette per Pollari

E fanno quattro: quattro governi che si scontrano con la Procura di Milano e l'ala «dura» della magistratura intorno al tema cruciale del segreto di Stato. Ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto d'attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato anche da Enrico Letta contro le incursioni investigative e le sentenze che hanno frugato nei rapporti tra i nostri servizi segreti e quelli americani: nel caso specifico, sul rapimento da parte della Cia dell'imam Abu Omar, sequestrato a Milano il 17 febbraio 2003.
Dopo Romano Prodi, Silvio Berlusconi e Mario Monti, anche Letta ha ritenuto che il comportamento della magistratura abbia calpestato le prerogative del presidente del Consiglio, cui la legge assegna la facoltà di apporre il segreto di Stato su notizie lesive della sicurezza nazionale. Letta ha chiesto alla Consulta di annullare l'ultimo approdo di questa invasione di campo: la sentenza con cui la Corte d'appello di Milano nel febbraio scorso ha condannato a 10 anni di carcere l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari (nella foto), a 9 il suo vice Marco Mancini e a 6 anni altri quattro funzionari dell'intelligence.

Il conflitto sollevato da Letta e giudicato ammissibile verrà ora probabilmente esaminato insieme a quello sollevato da Monti, la cui decisione è fissata per l'11 febbraio. Ma intanto la condanna di Pollari & co. potrebbe essere diventata definitiva.

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