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Anche Prodi lo attacca, i patti commerciali passano in secondo piano. Lo slogan: già tagliate le tasse

RomaIndispettito dallo scetticismo che rimbalza dall'Italia agli Emirati sulla fine della crisi e sul futuro del suo governo. Irritato persino dalle parole di un amico come Romano Prodi che ieri - via intervista al Corriere - gli ha consigliato un colpo d'ali («non ho letto, resto concentrato nella missione del governo», ha assicurato). Il premier Enrico Letta sperava che la missione negli Emirati si trasformasse in un secondo colpo di immagine dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua dalla presidenza del'Inps. Ma le bordate di Squinzi hanno parzialmente rovinato la festa.
Le critiche sono arrivate proprio mentre Letta stava cercando di infondere ottimismo sullo stato dell'economia italiana nell'area che ospita i fondi sovrani più ricchi del mondo. Obiettivo della missione negli Emirati, firmare accordi e attrarre investimenti. Premessa, convincere gli interlocutori che conviene partecipare alle privatizzazioni da 12 miliardi in arrivo e mettere il turbo all'alleanza tra Alitalia ed Etihad, compagnia degli Emirati.
Letta porta a casa nove accordi di collaborazione firmati. Innanzitutto quello tra l'Expo 2015 Milano e L'Expo Dubai 2020. Il protocollo siglato con lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi comprende una dichiarazione di intenti a livello doganale Italia-Eau in vista delle due rispettive Esposizioni universali. Poi intese che riguardano singole aziende come quella tra il Gruppo Cremonini Inalca-Fondo governativo Emirates advanced investment group per l'importazione e la distribuzione di prodotti agroalimentari italiani nel Golfo e in Medio Oriente; un'intesa per la fornitura di tecnologie, servizi e prodotti per la depurazione delle acque urbane, un progetto per il roof cooling e un altro per la costruzione di un serbatoio di petrolio da un milione di barili. Accordi su energia, turismo e collaborazioni in campo culturale.
Più difficile il resto. Ad esempio convincere gli investitori a puntare sulle privatizzazioni. «È il momento giusto, i mercati sono pronti» ed è la prima volta dopo anni che «tagliamo le tasse», ha assicurato Letta.
Qualche passo in avanti anche su Alitalia, che resta il principale dossier della visita. Ieri l'amministratore di Alitalia Gabriele Del Torchio, in merito alla trattativa con Erihad, si è mostrato ottimista. «È stato deciso di passare alla due diligence finale. Questo vuol dire - ha spiegato l'ad di Alitalia - che c'è da entrambe le parti un forte interesse a concretizzare i contatti e ci siamo dati un mese per sistemare le cose». Soddisfatto anche il premier.

«Faremo la nostra parte come sono sicuro la faranno tutti quelli che hanno voce in capitolo per un esito positivo dell'accordo». Altro messaggio all'Italia. Perché i sindacati potrebbero dare filo da torcere. Lo sa Letta e lo sanno i potenziali partner.

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