Immigrazione e reati: sinistra smentita dai numeri

I dati del Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale: il 34% dei denunciati o arrestati non è italiano. Crescono i femminicidi.

Immigrazione e reati: sinistra smentita dai numeri

L'emergenza sicurezza in Italia è un problema tangibile e lo dimostrano i tanti casi di violenza che quotidianamente registrano le cronache. L'ultimo, agghiacciante, è lo stupro di Latina, dove una ragazzina di 16 anni è stata rapita e tenuta ostaggio di uno straniero per un'intera notte, durante la quale è stata abusata. L'ennesimo reato sessuale per mano di uno straniero senzatetto, che si registra pochi giorni dopo la violenza in stazione Centrale Milano a opera di un altro homeless non italiano. Due casi eclatanti in pochi giorni che si aggiungono a tutti quelli che le cronache non registrano, o che non destano così clamore, ma che avvengono in tutte le città d'Italia. L'ultimo report del dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, realizzato con Eurispes, parla chiaro: nel 2022 sono stati segnalati 271.026 casi di reato che coinvolgono stranieri ritenuti responsabili di attività illecite. Casi che corrispondono al 34.1% del totale delle persone denunciate e arrestate. Quindi, più di una segnalazione su tre coinvolge stranieri, che rappresentano circa l'8.5% del totale della popolazione residente. Le proporzioni sono chiare e spiegano perfettamente il fenomeno, che si aggrava se si concentra l'attenzione sui soli reati predatori, che vedono gli stranieri coinvolti con denunce o arresti nel 45.48% dei casi. Percentuale che sale ulteriormente se si guardano i dati delle rapine, dove le denunce e/o gli arresti a carico dei cittadini non italiani toccano il 47.31% del totale. I dati si riferiscono al 2022, registrano un aumento rispetto al 2021 e il trend per il 2023 non sembra, finora, essere destinato a un'inversione. Non arrivano segnali positivi nemmeno in relazione ai reati sessuali, che il rapporto della polizia di Stato segnala in aumento rispetto al 2021. C'è una predominanza femminile tra le vittime, che si attesta tra il 74% ed il 76% per gli atti persecutori, tra l'81% e l'83% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e con valori che oscillano tra il 91% e il 93% per le violenze sessuali. Non vengono fornite indicazioni sulle nazionalità dei predatori ma nel 2019, in base ai dati diffusi dal ministero dell'Interno, la percentuale di stranieri responsabili per questo tipo di reati si attestava sopra il 41%. Che le donne siano la componente maggiormente esposta lo dimostrano anche i dati relativi agli omicidi che vedono le donne vittime della mano degli uomini, soprattutto in ambito familiare. Nell'ultimo anno sono stati registrati 124 omicidi con vittime donne, +4% rispetto al 2021, e di queste 102 sono state uccise in ambito familiare/affettivo. Numeri che si collocano all'interno di un trend in calo. I numeri sono un elemento fondamentale per sottolineare la percezione di insicurezza degli italiani. I dati raccolti nel report ministero-Eurispes indicano che nel 2023 più di un cittadino su quattro, esattamente il 26.6%, non giudica sicuro il luogo in cui abita. Una percezione più marcata al sud con il 30.5% e nelle isole con il 38.4%. Il 24.8% del campione dello studio ha dichiarato di sentirsi meno sicuro rispetto a tre anni fa. Gli italiani hanno le idee chiare anche su come intendono difendersi, dichiarando di aver installato negli ultimi tre anni un sistema di allarme, anche in considerazione del fatto che nel nostro Paese la maggiore preoccupazione è quella di essere vittima dei furti in appartamento, come testimonia il 26.6% del campione dello studio. Il 27,1% degli italiani, infatti, ammette che acquisterebbe un'arma per difendersi. Il 3.

6% ha, invece, ammesso di aver acquistato una pistola per difesa. Ma non è l'unica arma che gli italiani dichiarano di possedere, perché nel campione di riferimento l'8.6% delle persone sostiene di portare con sé un coltello e l'8.7% di avere uno spray al peperoncino.

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