Il podio

Un anno di Podio: ecco chi sono i 10 peggiori... dei peggiori

Lo scorso 24 ottobre il Podio ha compiuto un anno. E così, dopo oltre cinquanta puntate, eccoci qui con un'edizione straordinaria: la top ten, i dieci peggiori dei peggiori

Un anno di Podio: ecco chi sono i 10 peggiori... dei peggiori

Prima candelina spenta. Lo scorso 24 ottobre il Podio ha compiuto un anno. Un anno di gaffe, scivoloni, figuracce della politica, ma non solo. Un anno di influencer da strapazzo, giornalisti tromboni e vipponi che si credono padreterni. Un anno di peggiori di cui avremmo sicuramente fatto a meno. E così, dopo oltre cinquanta puntate, eccoci qui con un'edizione straordinaria: la top ten, i dieci peggiori dei peggiori. Ce li siamo andati a riguardare tutti e abbiamo deciso di premiare nuovamente quelli che, sia per numero di medaglie ricevute sia per entità di boiate sparate, meritano una menzione di (dis)onore. Eccoli qui, dunque, dal decimo al primo:

Fanalino di coda Monica Romano, consigliera dem al Comune di Milano. Una sola nomination ma di peso. Lo scorso marzo si è messa a difendere il diritto alla privacy delle borseggiatrici rom che infestano le metropolitane milanesi. Contro i cittadini che filmavano le ladre e postavano i video in rete per evitare che altre persone finire sotto le grinfie di queste balorde aveva detto: "Questa abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi Atm e di diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di followers è violenza".

Al nono posto abbiamo le eco ansiose. Mentre i loro sodali se ne vanno a zonzo per l'Europa a insozzare monumenti, imbrattare opere d'arte e bloccare il traffico, loro vanno in ambasce per il cambiamento climatico. "Sono anni, ormai, che faccio quasi tutti i giorni sogni legati al collasso climatico e quindi, ovviamente, tutta la mia giornata è permeata di fiumi, inondazioni...", ci ha raccontato lo scorso maggio Diletta Bellotti. "La mia terra brucia…", le ha fatto eco qualche mese dopo Giorgia Vasaperna piangendo per la sua Sicilia dove, ahinoi, ad appiccare gli incendi sono i piromani, mica il riscaldamento globale.

All'ottavo posto c'è, invece, Paola Egonu. Intervistata da Vanity Fair ha gettato fango a profusione sull'Italia e sugli italiani: "Se mai dovessi avere un figlio di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?". Poi, non paga di tanto livore, in conferenza stampa ha rincarato la dose: "L'Italia è un Paese razzista ma non tutti sono razzisti o tutti cattivi, ma se mi chiedete se c'è razzismo la risposta è sì. L'Italia sta migliorando da questo punto di vista e non voglio fare la vittima, ma dico come stanno le cose".

Al settimo posto troviamo Federico Lucia, in arte Fedez. Per lui ben tre premi quest'anno. Prima sghignazza sulla morte di Emanuela Orlandi ("Forse fa la pilota..."), poi usa il Festival di Sanremo per attaccare il governo Meloni, infine insulta Mario Giordano sui social ("Voglio sapere se ha ancora i testicoli attaccati allo scroto").

Sul sesto gradino sale Iolanda Apostolico, la pm della procura di Catania che si è messa a liberare immigrati senza permesso di soggiorno accusando l'esecutivo di aver scritto una legge anticostituzionale. Ma non è solo per questo che si merita una menzione di (dis)onore. Alla faccia della magistratura super partes, sfoggiava (prima di chiuderla) una pagina Facebook infarcita di post pro immigrati, petizioni contro Matteo Salvini (persino il like al "vaffanculo" del marito) e campagne per le Ong che ci riempiono di clandestini. E che dire, poi, del video in cui manifesta accando a un manipolo di esagitati che urlano "assassini" e "animali" in faccia ai poliziotti? Forse, forse, siamo stati sin troppo teneri. Se non fosse che...

... a superarla, al quinto posto, c'è l'ingrato Patrick Zaki. Liberato dalle carceri egiziane anche grazie all'aiuto del premier Giorgia Meloni, snobba il volo di Stato, fa le acrobazie per non salutare i suoi salvatori preferendo gli stucchevoli applausi della sinistra, che già lo sogna candidato alle europee, e solo dopo le polemiche ringrazia a bocca stretta. Ma è solo facciata perché, passato qualche mese, eccolo di nuovo polemizzare contro l'Occidente che tanto si è speso per lui. Dopo il massacro del 7 ottobre ha infatti definito l'esercito israeliano una "forza di occupazione" e accusato il premier Benjamin Netanyahu di essere un "serial killer".

Al quarto posto, a un soffio dal podio (perché nemmeno qui riesce a vincere, c'è Elly Schlein che in un anno ha totalizzato la bellezza di ben cinque nomination. Niente male se si considera il fatto che è alla guida del Partito democratico soltanto dal 12 marzo. Ha potenziale per crescere: chissà, magari l'anno prossimo potrà conquistare il gradino più alto nel podio dei peggiori dei peggiori.

Ma veniamo alla parte alta della classifica dove troviamo i veri vincitori. Al terzo posto c'è Roberto Saviano: ben sette coccarde per lui nel corso dell'anno. Dalla rosicata dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro alle fantomatiche "liste nere" per cacciarlo dall'Italia, ha costantemente militato contro il governo. Con non pochi scivoloni. Come quando lamentava che l'Italia si è trasformata in una "democratura" o quando ha accusato il governo di aver causato la morte degli immigrati a Cutro. Purtroppo nemmeno la condanna, che lo vede colpevole di aver insultato la Meloni, sembra avergli aperto gli occhi...

Al secondo posto, a pari merito di Saviano ma con una stucchevole dose di populismo in più, c'è Mister preferenze Giuseppe Conte. Sentilo difendere i poltronisti del reddito di cittadinanza: "Lei guadagna da oltre vent’anni 500 euro al giorno con i soldi dei cittadini e vuole togliere 500 euro al mese alle persone in difficoltà facendo la guerra ai poveri". O il salario minimo: "La Meloni non ci crede perché guadagna indennità che ammontano a trenta volte il salario minimo". O l'accoglienza indiscriminata: "Un migrante costa 50 euro al giorno e noi diamo un euro al giorno con la social card alle famiglie? Questo è il sovranismo d’accatto di questa destra sovranista?". Ma chi di populismo ferisce, di populismo ferisce. Impagabile per le polemiche per l'hotel super lusso a Cortina, la location da cinque stelle per la sede capitolina del partito o il maxi vitalizio per Beppe Grillo. Alla faccia della decrescita felice!

Quest'anno, però, il personaggio dell'anno, che strappa a tutti gli altri la vetta del podio dei peggiori dei peggiori, è senza alcun dubbio Aboubakar Soumahoro. Con cinque nomination durante l'anno è comunque il vincitore indiscusso. Lo ricordate quando si presentava a Montecitorio con gli stivali di gomma per rappresentare tutti gli immigrati vittima del caporalato? O quando faceva lo stizzito contro la Meloni perché gli aveva dato del "tu"? "I colonizzatori chiamavano i colonizzati utilizzando il tu", tuonava. Poi sono iniziati i guai. "Mi dite cosa vi ho fatto? È da una vita che sto lottando per i diritti delle persone, da una vita - piangeva - voi mi volete morto". Le indagini sulle cooperative di famiglia, le accuse alla moglie Liliane Murekatete e alla suocera Marie Therese Mukamitsindo. Le carte, le spase pazze, il diritto al lusso. E poi le polemiche sui 9mila euro dichiarati al Fisco e il villino fuori Roma. Eppure, mentre la moglie veniva accusa di aver usato parte dei fondi destinati alla cooperativa "per altri scopi apparentemente estranei allo scopo sociale (acquisto di beni presso negozi di abbigliamento di lusso, tra cui Ferragamo a Roma)", lui volava alle Nazioni Unite per infangare l’Italia ("Siamo nel 2023, ma sembra di fare un balzo di 100 anni e tornare nel contesto di quel buio ventennio") e incolpare il governo di attuare "politiche razzializzanti".

Non c'è che dire: il peggiore dei peggiori.

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