L'opposizione, gli ultrà del referendum e l'hater Addeo: ecco il podio dei peggiori

Le opposizioni contro il decreto Sicurezza. Gli smemorati che attaccano chi non vota. E il prof che augura la morte alla figlia della Meloni. Ecco i peggiori della settimana

L'opposizione, gli ultrà del referendum e l'hater Addeo: ecco il podio dei peggiori
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Al terzo posto del podio dei peggiori troviamo il brutto spettacolo andato in scena al Senato con i parlamentari di Pd, Cinque Stelle e Avs seduti al centro dell'aula in segno di protesta. "Vogliono trasformare l’Italia in uno stato di polizia", hanno urlato contro il decreto Sicurezza. Un decreto che difende la proprietà privata punendo per davvero chi occupa abusivamente gli immobili; un decreto che da una parte tutela le forze dell'ordine, dall'altra assicura alla legge le borseggiatrici che fino ad oggi scampavano la galera perché sempre incinte; un decreto che inasprisce le pene per chi truffa gli anziani indifesi. E, se c'è un governo che lavora per garantire la legalità un Paese, c'è un'opposizione che parla di "pagina buia per le libertà". Ma di quali libertà parlano? Quelle di occupare e rubare? Glielo spieghiamo in modo chiaro e semplice: sono reati, non libertà.

Al secondo posto ci sono gli ultrà del referendum. "È una vergogna", urlano contro chi non andrà a votare. "Vogliono comprimere la democrazia", sbraitano contro chi rivendica il diritto all'astensione. E poi ancora: "Prendono in giro gli italiani". Che campionario di assurdità! Il più fantasioso, in questa inutile gara, è senza alcun dubbio il deputato piddì Arturo Scotto che, preso dall’emozione, ha accusato il governo (sentite, sentite!) di blasfemia: "L'appello all'astensione lanciato dalla destra è un atto politicamente e culturalmente blasfemo". La memoria, a volte, gioca davvero brutti scherzi. Si sa, si ricorda soltanto quello che conviene. E tra i banchi dell'opposizione a nessuno conviene ricordare come, in passato, la sinistra abbia difeso l'astensione. Lo fecero i Ds e la Cgil nel 2003 difendendo il diritto di non votare. Qualche anno prima Sergio Mattarella, al tempo vice di D'Alema, lo aveva già messo in chiaro: "Ogni elettore può scegliere cosa fare: può scegliere di votare e di non votare". Anche Giorgio Napolitano, nel 2016, aveva spiegato che "non andare a votare è un modo di esprimersi sull’inconsistenza dell’iniziativa referendaria". Dunque, cosa è cambiato? Nulla, se non il fatto che adesso al governo c'è la Meloni e alla sinistra conviene sostenere il contrario. Anche se a prevedere l'astensione come opzione legittima è, guarda un po', la Costituzione stessa.

Sul gradino più alto del podio ci sono gli odiatori che, imbracciata la tastiera, vomitano insulti e minacce di morte. L'ultimo di questi leoni da tastiera è un professore, uno di quelli che dovrebbe crescere i nostri figli. Si chiama Stefano Addeo e insegna in un liceo di Napoli. Anzi, insegnava visto che ora è stato (giustamente) sospeso. Sui social aveva scritto: "Auguro alla figlia della Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola". Il riferimento, brutale ed agghiacciante, è a Martina, la ragazzina ammazzata dall’ex fidanzato a colpi di pietre in testa. Negli ultimi anni, e in particolar modo da quando la Meloni è al governo, la lista di professori violenti si è allungata sempre di più. Ma mai prima d’ora si era arrivati ad augurare la morte a una bambina per colpire il genitore.

Tutta questa violenza verbale ha portato a un clima malato che sta intossicando il dibattito pubblico e rischia di armare la mano di chi dalle parole è pronto a passare ai fatti. Prima che questo accada chiunque semini odio sui social, in piazza o in televisione, faccia immediatamente un passo indietro.

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