
La lezione di Matteo Ricci non ha insegnato nulla alla sinistra. Il candidato sconfitto del campo largo nelle elezioni Regionali delle Marche aveva tentato di cavalcare la guerra in Medio Oriente per raccattare consensi in vista delle urne. “Un voto per le Marche e per la Palestina”, è stato il suo appello finale, scendendo avvolto in una bandiera palestinese dalla tratta San Benedetto del Tronto - Pesaro, che aveva addirittura chiamato “Il treno per Gaza”. Questa volta cambia il candidato, cambia la regione ma il risultato è sempre lo stesso.
In Toscana, o più precisamente a Prato, la candidata del Partito Democratico alle prossime elezioni regionali toscane ha diffuso una card nella quale si definisce "antifascista, antirazzista e antisionista". La protagonista di questa “nuovissima” idea si chiama Marta Logli, capolista democratica e, evidentemente, fiera avversaria dell’esistenza di uno Stato come Israele. Per fortuna il paradosso è stato svelato da Emanuele Cocollini, presidente dell'associazione Italia-Israele di Firenze che ha sommessamente evidenziato come "accostare antifascismo, antirazzismo e antisionismo è un’associazione delirante, storicamente infondata e culturalmente pericolosa”.
Purtroppo, però, guardando al presente, c’è un altro candidato a sinistra che proverà l’assalto metaforico ad Israele puntando tutta la sua campagna elettorale sul riconoscimento della Palestina. In vista delle prossime elezioni regionali in Calabria, il candidato Pasquale Tridico ha già fatto sapere che seguirà l’esempio di Matteo Ricci e compagni. "Chi conosce l’abbandono, la marginalità e l’emigrazione forzata riconosce subito il dolore di un popolo che chiede giustizia.
Noi diciamo con chiarezza che riconosceremo lo Stato di Palestina”, ha sostenuto solo pochi giorni fa incalzato nel merito della questione in Medio Oriente. “Come Matteo Ricci nelle Marche, anche qui in Calabria faremo la stessa cosa”, aveva detto Tridico intervista dal Foglio pochi giorni fa.