Apple al volante di una Ferrari E guiderà per noi

Nella perenne attesa della next big thing, ovvero della prossima cosa che cambierà il mondo, gli appassionati di tecnologia di tutto il pianeta si sono persi un passaggio fondamentale. La scorsa estate, durante l'annuale conferenza con gli sviluppatori, Tim Cook annunciò che Apple era pronta a studiare un sistema «iOs in the car», ma siccome tutti attendevano spasmodicamente annunci su nuovi iPhone e iPad, la rivelazione finì per essere dimenticata. Così adesso la notizia lanciata dal Financial Times riguardo all'annuncio che la prossima settimana il Salone di Ginevra vedrà celebrare il matrimonio del millennio, ha fatto davvero boom: Apple e Ferrari insieme per produrre una nuova smart car e trattandosi del marchio numero uno al mondo in assoluto e di quello numero uno per riconoscibilità, è chiaro che il futuro è davvero iniziato. Perché - come ha certificato l'istituto indipendente Brand Finance - «la Ferrari è riconoscibile anche dove non ci sono strade». Mentre dove non c'è tecnologia la porta Apple.
In pratica: la next big thing è finalmente arrivata e riguarderà - oltre al Cavallino - anche Volvo e Mercedes. Un iOs, cioè un sistema operativo come quelli presenti negli apparecchi «designed in Cupertino», inserito nello schermo di comando di un automobile. Un sistema che cambierà il modo di guidare, permettendo sì di riceve mail, telefonare, accedere alla propria musica o navigare tutto semplicemente con la voce, ma anche - grazie ad un enorme cervellone centrale appositamente approntato da Apple - di comunicare con le altre autovetture (astenersi da insulti telematici, please), ma anche con semafori, autovelox e impianti stradali digitali. Di guidare insomma senza mani (e non è una barzelletta) per arrivare là dove nessun automobilista è giunto prima: l'eliminazione di ogni rischio di incidenti. Fantastico.
Il merito di tutto questo progetto, l'idea di questa big thing che Steve Jobs avrebbe annunciato a sorpresa giusto alla fine dei suoi mitici keynotes, è da addebitare soprattutto ad Eddie Cue, vicepresidente di Apple ma contemporaneamente membro del consiglio di amministrazione della Ferrari, il sogno di una vita perché della Rossa lui è innamorato da sempre: «Avevo 8 anni sognavo di averne una, è stato il mio obbiettivo: lavorare duro per potermela permettere. E adesso che la possiedo mi sento in Paradiso». Così ecco appunto l'idea: fare della Ferrari un'auto più spaziale che mai mettendo Siri - l'assistente vocale di iPhone e iPad - nel motore. E che motore.
Un proposito che, come sempre capita in tecnologia, non è una prima assoluta: gli arcirivali di Google ad esempio hanno già annunciato un piano per far sì che le vetture Audi, General Motors, Honda e Hyundai adottino un cuore Android per diventare intelligenti, così come Ford a Barcellona ha fatto vedere i primi risultati dell'accordo stipulato con Microsoft. Ma poi arriva Apple, magari non per prima nei tempi ma spesso nei modi, e così - tirando fuori dal cappello il nome Ferrari - ecco la magia: il mondo cambierà davvero. Probabilmente in fretta, visto che Cook annunciò ai suoi sviluppatori che avrebbe fatto maledettamente sul serio, ma siccome comprare una Ferrari non è come comprare un telefono ecco perché la cosa passò sottotraccia.

Ora ci siamo invece, oggi scopriamo che presto parleremo con le nostre automobili e soprattutto che molto probabilmente loro saranno molto più intelligenti di noi. Di questi tempi è davvero una grande cosa. La prossima.

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