Politica

Assicurazione sanitaria estesa ai conviventi gay. Ma solo per i deputati

Su richiesta del piddì Scalfarotto, la Camera approva l’assistenza sanitaria integrativa per i conviventi dello stesso sesso. Ma la norma vale solo per i deputati

Assicurazione sanitaria estesa ai conviventi gay. Ma solo per i deputati

La politica? È liberale solo quando le leggi vanno a toccare le proprie tasche. Così, oggi è successo che l'Aula di Montecitorio ha approvato l’assistenza sanitaria integrativa per i conviventi dello stesso sesso. La norma, però, non vale per tutti gli italiani omosessuali, ma solo per i deputati che ne fanno richiesta. "Ora mi aspetto che lo stesso avvenga in Senato dove ho chiesto che la mia copertura sanitaria venga estesa a mio marito Michele", ha commentato il senatore piddì Sergio Lo Giudice chiedendo al parlamento di approvare subito una legge che riconosca pari diritti alla coppie gay.

La norma presentata dal deputato piddì Ivan Scalfarotto è passata, oggi pomeriggio, alla Camera con i voti favorevoli dei democratici, del Pdl e dei vendoliani. Solo il Carroccio ha espresso un voto contrario. "Il primo obiettivo della politica oggi deve essere quello di pesare meno sulla collettività", ha commentato il leghista Davide Caparini proponendo di estendere al parlamento quello che già fa la Regione Lombardia e cioè di eliminare subito questo privilegio. Alla votazione si sono, invece, astenuti i "montiani" di Scelta Civica, Fratelli d’Italia e i rappresentanti dell’ufficio di presidenza del Movimento 5 Stelle che hanno chiesto di rinviare per avere più tempo per discutere. Già nella scorsa legislatura la deputata piddì Anna Paola Concia aveva chiesto che fosse garantita l’estensione dell’assistenza sanitaria integrativa ai conviventi dello stesso sesso, ma la decisione non era mai arrivata. Alla luce della decisione di oggi dovrà essere modificato il regolamento.

Adesso anche a Palazzo Madama si scalpita per raggiungere lo stesso diritto. Nell'Aula del Senato giace, infatti, la stessa richiesta avanzata da Lo Giudice. Ma c'è chi guarda anche al Paese. "Non deve essere un privilegio per pochi - ha commentato il laeder del Sel Nichi Vendola - è un diritto che spetta a tutti gli italiani". Per quanto riguarda i diritti civili, il segretario del Psi Riccardo Nencini punta il dito contro il governo accusandolo di essere stato fin troppo tiepido: "Presto dovrà confrontarsi con i numerosi nodi da sciogliere per sopperire ad un ritardo e un vuoto che la sinistra ha il dovere di affrontare, per restituire al riformismo le caratteristiche di libertà, inclusione, laicità".

Subito all'attacco anche Anna Paola Concia, ex parlamentare del Pd, che ha chiesto al parlamento di fare il passo decisivo: "Visto che c’è una maggioranza progressista mi aspetto che questo Parlamento stabilisca il principio di uguaglianza per le coppie omosessuali anche fuori dal Parlamento".

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