Una battaglia degli azzurri: l'avevano promessa a febbraio

L'abolizione dei fondi è sempre stata nel programma del Cav. Il Pd era contrario

Una battaglia degli azzurri: l'avevano promessa a febbraio

Roma - Il premier Enrico Letta ora se l'intesta, ma l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti tutto è tranne che una vittoria del Pd. Semmai dei due principali partiti di opposizione, Pdl-Fi e M5S, che pur con toni assai diversi ne avevano fatto un cavallo di battaglia nel corso dell'ultima campagna elettorale. Basta ripescare uno specchietto approntato da Openpolis, l'associazione indipendente che da anni promuove la trasparenza monitorando in maniera meticolosa l'attività dei politici italiani. Ebbene, sintetizzando le posizioni dei partiti italiani sui principali temi in vista delle elezioni di febbraio, alla voce «abolizione del finanziamento pubblico dei partiti», Openpolis elencò il Pdl e il MoVimento 5 Stelle tra i partiti «molto favorevoli», assieme a Lega Nord e partiti minori. E il Pd? Vedi alla voce «tendenzialmente contrario». Sì, quel Pd che ora si fa vanto di aver messo il suo bollino rosso sul decreto di sbianchettamento del bancomat di Stato alla Partiti Spa.

Del resto, le parole sono pietre. Chi ha voglia può facilmente ritrovare su Youtube il filmato in cui Silvio Berlusconi, ospite di Ballarò il 5 febbraio scorso, annuncia: «Al primo consiglio dei ministri noi aboliremo il finanziamento pubblico ai partiti». Idea ribadita anche un paio di mesi dopo quando, in pieno stallo da pareggio elettorale, il Cav forzò la mano presentando le otto proposte del Pdl «per dare la scossa al Paese»: ebbene, con riforma della giustizia, abolizione dell'Imu e presidenzialismo, ecco ancora l'abolizione dei rimborsi elettorali ai partiti. Un tema dimenticato, ohibò, dallo smacchiatore di giaguari Per Luigi Bersani tra gli otto punti con cui cercò di convincere Beppe Grillo a fare un governo con il Pd.

Ecco Grillo. L'altro padre, lui arrivato al 25 per cento dei voti senza un euro pubblico, della chiusura dei rubinetti di Stato ai partiti. Già nel 2011 Grillo proponeva un referendum per riabolire il finanziamento (già cancellato per finta nel 1993). E ancora qualche mese fa il capogruppo al Senato Vito Crimi parlava dei rimborsi elettorali come di «una vera e propria truffa ai danni di milioni di elettori».

Ma qualcuno aveva già notato in tempi non sospetti l'asse Pdl-M5S sul tema: «Se Grillo volesse un alleato per abolire completamente i rimborsi, dovrebbe guardare dalle parti del Popolo della libertà», scriveva il Fatto quotidiano, non certo un foglio filoberlusconiano, a marzo. Dunque, caro Letta, dov'è la vittoria?

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