Berlusconi bacchetta il premier: ha iniziato col piede sbagliato

Il Cav critica la stangata sulla Tasi: "Non arriva al 2018, al voto presto". Poi in privato punta il dito contro le nomine di sottogoverno: "Peggio del Cencelli"

Berlusconi bacchetta il premier: ha iniziato col piede sbagliato

«Non penso si arriverà al 2018. Penso che tra un anno, un anno e qualche mese, quando si sarà fatta finalmente la legge elettorale come promesso dal presidente del Consiglio attuale, si potrà andare a votare. Credo che sia qualcosa di necessario per tornare a essere una democrazia. Ecco perché dobbiamo prepararci alle elezioni». Parola di Silvio Berlusconi che, in collegamento telefonico con una manifestazione a Frosinone, mette nero su bianco ciò che in privato va dicendo ormai da tempo. Non è un mistero, infatti, che il Cavaliere sia convinto che il 2015 sarà l'anno delle elezioni anticipate, non solo per la nuova legge elettorale (se davvero sarà approvata) ma anche perché – questo confida ai suoi interlocutori ormai da settimane – difficilmente una maggioranza composita e risicata come quella che sostiene Matteo Renzi potrà durare fino a fine legislatura. Un governo – aggiunge non a caso – che «ha iniziato in maniera non brillante».
Quel che di nuovo dice il leader di Forza Italia, forse per la prima volta in pubblico, è che si sente in qualche modo arrivato all'ultima tappa del suo percorso politico. «Oggi – spiega – per me questa è l'ultima mossa: o la va o la spacca». Insomma, «dopo venti anni di guerra spero di lasciare la politica riuscendo a garantire al mio Paese democrazia e libertà». Un Cavaliere, dunque, che dopo almeno due anni torna a ragionare ad alta voce su una sua eventuale uscita di scena. Era accaduto dopo le dimissioni da premier e l'insediamento di Mario Monti a Palazzo Chigi, finché non arrivò – forse un po' a sorpresa non solo per Berlusconi ma anche per i suoi interlocutori – la condanna per i diritti tv Mediaset. Ed è successo di nuovo ieri, anche se il Cavaliere ci ha tenuto a sottolineare che un suo eventuale addio alla politica sarebbe comunque legato al via libera alla riforma della giustizia.
Berlusconi parla davanti a quasi un migliaio di persone riunite al Fornaci Cinema Village di Frosinone. Un appuntamento organizzato dal consigliere regionale Mario Abbruzzese, cui partecipano insieme il coordinamento provinciale di Forza Italia, i Club Forza Silvio e L'esercito di Silvio. E carica la macchina organizzativa invitandola a una «presenza attiva» sul territorio perché «dobbiamo prepararci alle elezioni». Un Cavaliere che usa toni da campagna elettorale, non solo nei suoi affondi ma pure nella frequenza delle sue incursioni telefoniche ai diversi appuntamenti sul territorio che sono stati una decina nelle ultime settimane. E se ieri è toccato a Frosinone, oggi sarà la volta del Teatro comunale di Trecate, in provincia di Novara, dove sarà inaugurata la sede locale del partito e del Club Forza Silvio.
Con un Berlusconi che per la prima volta da quando Renzi si è insediato a Palazzo Chigi usa toni decisamente critici verso il governo. In pubblico parla di «inizio non brillante» riferendosi all'aumento dell'aliquota Tasi, quella che per il leader di Forza Italia è una sorta di nuova tassa sulla casa, «una cosa che per noi è sacra». Questione su cui tutto il partito affonda colpi senza esitazioni, da Raffaele Fitto a Giancarlo Galan passando per Daniele Capezzone.

Ma pare che il Cavaliere non abbia troppo gradito neanche il manuale Cencelli applicato alla nomina di viceministri e sottosegretari. «Nomine che premiano il più becero correntismo, il contrario di quel che Renzi diceva di voler rottamare», fa notare Michaela Biancofiore.

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