Berlusconi detta la linea: "No a un leghista alla Regione Lombardia"

Il Cav: "Il Carroccio guida già due Regioni importantissime". Albertini pronto a lanciare una lista civica

Dopo un lungo dibattito sulle alleanze da intrecciare per la corsa alla presidenza della Regione Lombardia, arriva il secco "no" di Silvio Berlusconi a un leghista alla guida del Pirellone. "Deciderà l’ufficio di presidenza del nostro movimento, ma escludo che si arrivi a una scelta del genere - ha spiegato il Cavaliere a Lega nel libro di Bruno Vespa, Il Palazzo e la piazza - ha già la presidenza di due regioni importantissime. È impossibile che il Pdl possa rinunciare anche alla Lombardia".

Nel frattempo in Lombardia il dibattito si riaccende. L’europarlamentare Gabriele Albertini, ospite di Omnibus su La7, ha confermato la volontà di candidarsi con una lista civica "composta per il 60% da una società civile che fa capo a movimenti come quelli di Oscar Giannino e Montezemolo, e per una piccola parte da amministratori locali anche provenienti dai partiti che hanno saputo lavorare con onestà ed efficienza". Uno schieramento che potrebbe avere come alleati Udc e Fli. "Cerco di mettere insieme anche in Lombardia partiti come Fli e l’Udc, il movimento di Montezemolo, che sono già insieme in Europa nel Ppe". "In Europa la Lega aderisce al partito più antieropeo che esiste se vogliono venire con noi in Lombardia li accogliamo a braccia aperte, ma non penso che un’alleanza simile potrebbe funzionare a livello europeo e nazionale", ha continuato Albertini sottolineando di "essere già d’accordo con l’Udc per stare insieme in Lombardia" e si è sbilanciato sulle prime iniziative che prenderà in caso di elezione. "Casini farà le sue scelte - ha aggiunto - io la risposta l’ho già ottenuta dai proconsoli lombardi e loro hanno espresso chiaramente la volonta di stare insieme al Ppe italiano. La prima cosa da fare sarà proporre a Umberto Ambrosoli di fare l’assessore alla trasparenza e all’etica - ha concluso - e di dare un contributo alle istituzioni".

"Puntiamo a vincere anche da soli, radunando quegli elettori lombardi di centrodestra che non hanno voglia di seguire Fini e Casini", ha commentato il leghista Matteo Salvini, anche lui ospite di Omnibus su La7. "Offriamo un candidato, Roberto Maroni, che in quanto a competenza e onestà ha dimostrato il suo valore sul campo - ha spiegato - ci stiamo preparando a correre da soli, provando a ipotizzare che i lombardi saranno così matti da scegliere solo la Lega magari con quella parte del centrodestra che non si riconsce in Albertini e Formigoni". Secondo Salvini, al Pirellone c’è bisogno di ricambio: "Se l’imprimatur ad Albertini arriva da Formigoni, la Lega ha la possibilità di lanciare una rivoluzione lombarda incarnata da Maroni e dai tanti non leghisti che vogliono partecipare".

Dopo aver negato la possibilità di una propria candidatura, l'ex ministro Mari Stella Gelmini dà ragione a Berlusconi sul fatto che il Pdl non può lasciare "al monocolore Lega la presidenza di tre Regioni del Nord". "Il Pdl ha tutto il diritto di esprimere una candidatura in Lombardia e credo che i cittadini lombardi non ci perdonerebbero che, per divisioni nell’alleanza, la Lombardia vada alla sinistra", ha continuato la Gelmini ricordando che lo stesso Albertini non ha detto "no" alla Lega.

Secondo l'ex ministro, c'è "la disponibilità a convergere su Albertini con l’appoggio della Lega". "Se così non fosse - ha infine proposto la Gelmini - non dobbiamo dividerci e allora meglio fare le primarie di coalizione per scegliere il candidato più adatto".

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