RomaChe il collegamento telefonico fosse con Cassano Magnago, paesino del Varesotto che quasi 70 anni fa diede i natali ad Umberto Bossi, è certamente un caso. Come pure sarà una coincidenza il fatto che dopo essere intervenuto alla cerimonia di apertura dei cantieri della Pedemontana Berlusconi non abbia più trovato il tempo per unaltra telefonata già in agenda da giorni, quella ai Circoli della libertà di Napoli. Di certo, non è casuale la linea scelta dal Cavaliere. Che torna sullargomento tasse, elogia lo stato di salute della nostra economia «nonostante la crisi» e, soprattutto, sembra parlare più allelettorato leghista che a quello del Pdl. Una battuta su tutte dà la misura di quanto il premier stia tarando una campagna elettorale nella quale da una parte si impegnerà in prima persona per tirare la volata al leghista Cota in Piemonte e dallaltra dovrà lavorare affinché in Veneto non si verifichi il temuto sorpasso del Carroccio sul Pdl. «Sono rimasto a Roma - dice durante lintervento a Cassano Magnago, con Bossi, Matteoli e Formigoni in prima fila ad ascoltarlo - per tenere sotto controllo e buoni tutti i produttori di ghiaccio della burocrazia romana». Un modo per strizzare locchio allelettorato leghista, come già aveva fatto a Reggio Calabria dicendo che «la riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali». Daltra parte, che il premier sia convinto della bontà della ricetta leghista non è certo una novità. Ed è anche per questo che alla fine ha dato il via libera sia a Zaia in Veneto che a Cota in Piemonte. Perché sono candidature che considera vincenti o comunque «le migliori possibili». Anche «la vittoria di Formigoni è certa», visto che nei sondaggi «è ben oltre il 60%». A differenza, faceva notare qualche giorno fa Berlusconi in privato, di altre scelte fatte al Centro-Sud. Dove nellultima settimana inizia ad esserci più di qualche perplessità sulle prime mosse della Polverini, tanto che la scelta dei manifesti 6x3 senza alcun riferimento a partiti o schieramenti politici («Con te. Renata Polverini presidente», sono le uniche parole che campeggiano sotto il mezzobusto della sindacalista Ugl) pare non sia stata affatto gradita non tanto a Berlusconi quanto ad Alemanno. Che lavrebbe caldamente consigliata di rivedere la sua strategia di comunicazione.
Ma il fronte su cui batte il Cavaliere è soprattutto quello economico. «Nonostante la crisi - dice - lItalia cè e cè un governo che ha lavorato bene per gli italiani mentre in Europa ci sono Paesi in situazioni abbastanza preoccupanti». Insomma, «ce la stiamo cavando meglio di tutti gli altri». «Abbiamo abbassato le tasse - prosegue - togliendo l'Ici e facendo risparmiare due miliardi alle imprese. Abbiamo superato con misure sagge e lungimiranti gli effetti peggiori della crisi, abbiamo aiutato le famiglie a basso reddito, gli anziani e abbiamo assicurato un sostegno a tutti coloro che hanno perso il lavoro e introdotto nuove tutele a chi non aveva la cassa integrazione. Abbiamo fatto diverse cose con i conti che ci sono». E ancora: «Tenendo conto del fatto che in Europa ci sono Paesi come la Grecia, il Portogallo, ma anche la Spagna che sono in situazioni abbastanza preoccupanti, noi ce la stiamo cavando meglio di tutti gli altri». E in prospettiva, aggiunge, «il rilancio del nucleare farà sì che le bollette siano più leggere».
Ed è sul tema fiscale che tutta lopposizione sale sugli scudi. Attacca Bersani: «Da quando il governo ha detto che la crisi era passeggera abbiamo 700mila disoccupati in più, un milione di persone sotto ammortizzatori sociali e decine di migliaia di piccole imprese saltate o a rischio». Chiosa Casini: «Berlusconi è un uomo straordinario, ha una fantasia che stupisce sempre».
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