Berlusconi vede il sorpasso «Sinistra già raggiunta, la Lega è un alleato fedele»

Berlusconi vede il sorpasso «Sinistra già raggiunta, la Lega è un alleato fedele»

Milano «Prima di ringraziarvi vi devo dare una buona notizia, anzi, molto buona, buonissima: sembra che li abbiamo raggiunti e superati. Abbiamo precise indicazioni in questo senso, anche se non possiamo svelarle nei dettagli, ovviamente. E da queste indicazioni sembra anche che non ci siano molte probabilità che il famoso centro, il centrino di Monti, Casini e Fini possa arrivare al 10 per cento. Siamo tornati quelli del '94».
E fu subito boato. FieraMilanoCity, sono esattamente le ore 18,26 quando il Cavaliere abbraccia idealmente con queste parole un'altra folla, l'ennesima folla convenuta dal monte e dal piano, per sospingerlo ancora al governo e cancellare dalla lavagna degli incubi il governo dei professori.
Già, i «professori». «Bella figura che hanno fatto - sottolinea senza mezzi termini Silvio Berlusconi - la figuraccia di non essere stati in grado di fare almeno come noi, che avevamo raddoppiato i risultati contro l'evasione fiscale. Chiamarli cialtroni è esagerato. L'hanno detto loro di noi e non dobbiamo copiarli, anche perché siamo più eleganti. Chiamiamoli dilettanti al governo».
Dieci minuti di assolo e poi l'arrivo sul palco di Roberto Maroni, per il grande abbraccio fra il candidato governatore della Lombardia e il leader della coalizione di centrodestra.
«La Lega sarà un'alleata solida. In Lombardia tocca a me, ma a livello nazionale tocca a te», sono le prime parole che Maroni rivolge al Cavaliere. Poi, con accenti di calorosa convinzione aggiunge: «Ti ringrazio presidente per la fiducia che mi hai accordato. La Lombardia è la Regione più importante d'Italia e non possiamo lasciarla alla sinistra. Io ho accumulato esperienze significative anche per la fiducia del presidente Berlusconi e lo voglio ringraziare anche per questo. Come ministro io sono sempre riuscito a fare quello che volevo ed era giusto fare perché lui mi ha sempre consentito di farlo e sostenuto». «Vorrei giusto fare un esempio - sottolinea Maroni - quella riforma delle pensioni che, se non l'avessero smontata, oggi non ci sarebbero gli esodati. Ma soprattutto ti voglio ringraziare Silvio perché ciò che siamo riusciti a fare nell'ultimo governo con l'aggressione alla criminalità organizzata non è mai riuscito a farlo nessuno. Men che meno quei cialtroni della sinistra». Un assist per Berlusconi che approfitta dei successi, ricordati da Maroni contro la criminalità, proprio per lanciare dal palco di FieraMilanoCity il tema della sicurezza e l'importanza di tutelare, anche e soprattutto economicamente in modo adeguato, le forze dell'ordine: «Polizia e carabinieri dedicano la vita alla nostra tranquillità. Ma hanno uno stipendio troppo basso, va aumentato. Prendiamo qui l'impegno a fare tutti gli sforzi che saranno possibili per indirizzare meno tasse sulle imprese e sulle famiglie e più mezzi per i nostri ragazzi che si occupano della nostra sicurezza in tutta Italia. Perché loro, giorno e notte vegliano sulla nostra sicurezza, ma a casa hanno moglie e figli che hanno il diritto di crescere serenamente». Poi una nuova bordata («Un mare di gente ha pagato quelle che sono delle vere e proprie estorsioni da Paese di polizia tributaria») contro il «mostro Equitalia» contro il quale, come ha annunciato avant'ieri a Torino, il Pdl avvierà una decisa riforma e una precisa accusa: «Nel 2006 abbiamo perso per 24mila voti di differenza, e la vittoria del centrosinistra fu, come dire, facilitata dalla manomissione delle schede bianche in Calabria e in Campania. Quindi dobbiamo essere attenti, vigili e presenti. Domenica, lunedì e martedì deve scendere in campo il nostro esercito di difensori del voto che dovranno essere vigili in più di 60mila sezioni in Italia». Sventolano le bandiere, s'intona il coro di «c'è un solo un presidente!» ma c'è anche chi si diverte a lanciare aeroplanini di carta contro il Cavaliere e a contestarlo. Ma lui, il Silvio di sempre, imperturbabile, ne approfitta per sfoderare la sua ironia: «Sarà il solito juventino, ma io vengo dalla curva Sud non mi spavento di certo, ci vuole ben altro.

E poi, se continua, gli scateniamo contro la Santanchè e la Ravetto».
Si ride e si sorride mentre il solitario urlatore verrà poi identificato come un ex amministratore dell'Idv di un comune dell'hinterland milanese.

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