Roma - Il decreto Irpef, quello con il bonus da 80 euro al mese, è legge. Il disegno di legge di conversione è stato approvato ieri con l'appoggio della maggioranza e, dopo un travaglio durato qualche giorno, anche dei deputati di Sel, tranne due, Giulio Marcon e Giorgio Airaudo. In tutto 322 sì, 149 contrari e otto astensioni.
La misura principale è appunto quella degli 80 euro per i redditi da otto mila fino a 24 mila euro per il 2014. Il testo prevede che dal 2015 diventi permanente, senza entrare nel dettaglio delle coperture. Una partita tutta da giocare quindi. Viene concesso ai lavoratori dipendenti e a quelli in cassa integrazione, mobilità e disoccupazione. Escluse le partite Iva, gli incapienti e i redditi sopra i 26 mila euro (da 24 il bonus si riduce drasticamente).
La legge prevede la riduzione dell'Irap di un 10% compiutamente nel 2015, prevedendo una fase transitoria nel 2014 con cali dal 3,9% al 3,5%.
C'è anche un piccolo capitolo casa nel decreto Irpef. Un emendamento ha inserito il rinvio del pagamento della prima rata della Tasi 2014 al 16 ottobre per tutte le case dei Comuni che non avevano deliberato le aliquote entro il 23 maggio. Il governo nei giorni scorsi aveva approvato un decreto ponte identico all'emendamento, che ora decade.
Nella legge ci sono i tagli per la Rai: 150 milioni da trovare tra risparmi nelle sedi regionali, una cessione parziale di Rai Way, la società delle reti di trasmissione, e la dismissione di Rai World.
Ci sono, poi, i primi aumenti di tasse del governo Renzi, a partire da quello che colpisce le rendite finanziarie che passano dal primo luglio dal 20% al 26%. Ferma l'aliquota di imposta sui titoli del debito pubblico, buoni postali di risparmio, obbligazioni emesse dagli Stati, titoli di risparmio per l'economia meridionale, attualmente determinata nella misura del 12,50%. C'è poi l'aumento dell'accisa sul tabacco che però slitta al primo agosto 2014 e quello al 26% dell'imposta sostitutiva sulla rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale di Bankitalia, che le banche dovranno effettuare in un'unica soluzione il 31 dicembre 2013.
Cambiamenti in vista anche per la tassa sui passaporti. Al rilascio si dovrà pagare un contributo amministrativo di 73,50 euro (al posto dei 40,29 euro attuali), oltre al costo del libretto (42,50 euro). In compenso viene eliminato il bollo annuale, prima dovuto per chi viaggiava fuori dall'Ue. Poi un impegno a destinare almeno due miliardi di lotta all'evasione al fondo taglia tasse.
Tra i tagli, c'è il dimezzamento del limite di spesa degli uffici pubblici per le auto blu. Al massimo dovranno essere cinque per ogni ministero. Poi viene stabilito il limite massimo di 240mila euro agli stipendi annuali dei super dirigenti pubblici. Le amministrazioni pubbliche dovranno pubblicare sul sito internet i dati completi relativi ai compensi percepiti da ciascun componente del consiglio di amministrazione e di ogni componente di organi di società o fondi controllati o partecipati dalle amministrazioni stesse.
Piccolo taglio alle spese della politica, con l'eliminazione dei regimi postali tariffari agevolati previsti per i candidati alle elezioni politiche nazionali, al Parlamento europeo, ai Consigli delle regioni, ai consigli comunali e provinciali, nonché per le comunicazioni da parte dei partiti politici relative alla possibilità di destinazione del due per mille dell'Irpef ai partiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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