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Le Br minacciano il «Giornale» Volantini di sfida ai quotidiani

Le Br minacciano il «Giornale» Volantini di sfida ai quotidiani

Milano C’è posta per noi. Anche per noi. È una busta bianca, regolarmente affrancata e timbrata dalle Poste, Ufficio di Milano Borromeo, in data 22 maggio. Sulla busta, a sinistra, sopra l’indirizzo della nostra redazione a Milano, tre parole, tre maiuscole e due punti esclamativi: «Urgente! Informazioni Importanti!». E, dentro la busta, una stella a cinque punte, quella delle Brigate Rosse, nella quale è incappato ieri il nostro impiegato che l’ha aperta. «Nuove» o «nuovissime» Brigate Rosse, non fa differenza. Perché il tono e il linguaggio sono sufficientemente eloquenti e agganciati alla attualità per meritare di non venire comunque sottovalutati.
Leggiamone alcuni passaggi: «...Il potere politico nel passaggio dalla prima alla seconda Repubblica ha cambiato volto ma il corpo è rimasto lo stesso.... attraverso l’uso dei pennivendoli della stampa, della televisione, degli sbirri e delle spie hanno mantenuto costante la loro strisciante battaglia controrivoluzionaria...» e poi: «...La tentata strage di Brindisi, come Piazza Fontana nel ’69, è stata un’ovvia provocazione dello stato fascista per placare la rabbia delle masse con la paura. Ma le masse proletarie non si faranno abbindolare....». E ancora: «...Alle azioni di guerra si risponde con la guerra! L’azzoppamento del manager Ansaldo Roberto Adinolfi a Genova ha riaperto i giochi... Bisogna organizzarsi e colpire il regime nei suoi punti cardine seguendo logiche politiche ben precise altrimenti le forze controrivoluzionarie avranno la meglio sul nascere. È giunta la nuova alba della rivoluzione. Ogni persona ritenuta colpevole dovrà pagare per i propri reati contro il proletariato. Si rende quindi necessario sviluppare una lotta di classe i cui principali obiettivi siano: formare il partito comunista combattente. Liberare i compagni prigionieri nei lager di Stato. Colpire i maggiori rappresentanti dei partiti di regime e i loro soci. Colpire la Confindustria, il sistema bancario ed i loro sfruttatori. Colpire i loro servi giornalisti». Quindi la conclusione di ben nota memoria: «Colpirne 1 per educarne 100. Potere al popolo armato!».
Gli uomini della Digos sono già al lavoro senza trascurare il minimo dettaglio. È innegabile che l’attività delle «Brigate Rosse» sia ripresa piuttosto intensamente. Altri due volantini analoghi a quello che abbiamo ricevuto noi, sono arrivati ieri alla redazione milanese del Corriere della Sera, e a quella di Genova del Secolo XIX. L’altro ieri, invece, un altro volantino, a firma di una sedicente «brigata Tommaso Gino Liverani della colonna marchigiana delle Br» era stato ricevuto dalla sede dell’Ansa di Ancona. Si è trattato di un curioso volantino di non rivendicazione o meglio di dissociazione dal sanguinoso attentato davanti alla scuola di Brindisi costato la vita alla giovane Melissa, che gli inquirenti guardano con molte perplessità.


E a proposito di perplessità, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, non ha nascosto ieri, in alcune dichiarazioni fatte a margine della festa per i 160 anni della fondazione della Polizia, le sue di titubanze e soprattutto il suo scontento rispetto al polverone di notizie che si è sollevato e continua a sollevarsi sull’attentato alla scuola «Falcone-Morvillo». «La gestione mediatica delle indagini su Brindisi - ha sottolineato con disappunto Manganelli - ha lasciato molto a desiderare. Anticipare le indagini sui giornali passo dopo passo non fa certo bene».

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